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Perché “PadreMadre” di Cremonini è la canzone perfetta per questa festa del papà

Abbiamo preso spunto da uno storico brano di Cremonini per chiederci cos’abbia da dirci oggi questa ricorrenza. Auguri a tutti i papà

Autore Giovanni Ferrari
  • Il19 Marzo 2020
Perché “PadreMadre” di Cremonini è la canzone perfetta per questa festa del papà

Kimberley Ross

Oggi, giovedì 19 marzo, è la festa del papà.

Quest’anno tale ricorrenza ha sicuramente un impatto diverso rispetto agli anni scorsi. Molti di noi sono lontani dai propri padri a causa della quarantena. Altri, invece, in questi anni stanno imparando a convivere con la loro assenza. Con la loro partenza.

Ogni volta che arriva questo giorno penso subito a PadreMadre di Cesare Cremonini. Uno dei brani più intensi del cantautore bolognese che, nella sua semplicità, riesce nell’intento di elencare quanta storia possa esserci in uno sguardo, in un gesto. Ma non solo.

PadreMadre riesce a farci riflettere su come ognuno di noi – volente o nolente – sia fatto anche della propria storia. Delle vacanze con i propri genitori quando si era piccoli, delle sgridate, dei litigi, della prima volta in bicicletta e delle conseguenti prime ammaccature. Siamo pure fatti della voglia di andarcene da loro. Cosa realizzata, il più delle volte, per ritrovarci.

In questi giorni tremendi l’età media della popolazione più colpita dal Coronavirus è stata a volte usata come motivo per “tranquillizzare” la popolazione, come se dopo una certa età non si avesse il diritto di esistere. O di sognare. Molti padri che oggi festeggiamo appartengono alla cosiddetta categoria a rischio, in questo momento. E le terribili scelte a cui molti medici e infermieri stanno sperando di non arrivare a causa dei pochi spazi nelle terapie intensive ci devono interrogare. E, giustamente, stanno mobilitando molti nella creazione di raccolte fondi per non dover arrivare a quel punto di tremenda selezione naturale imposta.

PadreMadre di Cesare Cremonini è solo una delle tante canzoni del repertorio italiano che approfondisce il legame con un’autorità, non intesa come un mero creatore di regole, ma come un’anfora a cui attingere. Per la storia, per le scelte e pure per gli sbagli che contiene.

Cosa significa celebrare la festa dei papà, oggi, in questo momento così delicato? Significa forse l’opportunità di sentirci figli, e quindi responsabili. Responsabili nei confronti di una storia che ci ha preceduto e nei confronti di due persone che – nella maggior parte dei casi – ci hanno trasmesso semplice amore. Quello che oggi ci è chiesto di provare nei confronti di ogni nostro concittadino. Anche sconosciuto.

Sapete cosa è bello? Che molto spesso le azioni dei padri si rispecchiano nei figli. Proprio oggi Cesare Cremonini ha annunciato un’asta benefica nella quale si possono acquistare le luminarie di Via d’Azeglio di Bologna per attivare nuovi posti in terapia intensiva per il Sant’Orsola (qui le informazioni). In quel caso, ci aveva stupito quanto le parole di una canzone – come poteva essere Nessuno Vuole Essere Robin – potessero far sentire unita una città. Oggi, quelle stesse parole ci ricordano la responsabilità personale che ognuno ha nei confronti della propria storia (del proprio papà). Nel fare della propria vita un piccolo ma fecondo miracolo, mettendo a disposizione di tutti ciò che si è.

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