Paul Johnson, icona della house music di Chicago, è morto
Il produttore e DJ è stato ricoverato nelle ultime settimane dopo aver contratto Covid-19. Nato a Chicago nel 1971, si è spento a 50 anni
Paul Johnson, icona della musica house di Chicago, è morto. Il produttore e DJ, 50 anni, nelle ultime settimane è stato ricoverato dopo aver contratto Covid-19.
A riportare la notizia per primo 5 Magazine di Chicago, poi confermata dall’agenzia di Johnson e sulla sua pagina Facebook. Mike Servito, Kaytranada e Simon Dunmore, capo dell’etichetta Defected Records, sono tra le tante figure dell’industria della musica dance che hanno reso omaggio all’icona della musica house. «Paul Johnson ci ha insegnato come saltare a ritmo» ha scritto Servito su Twitter. «Aveva un groove come nessun altro, onestamente… I suoi dischi e la sua musica rimarranno nel tempo. Avremo sempre quel groove a Chicago».
La grande eredità di Paul Johnson
Nato a Chicago nel 1971, Paul Johnson ha iniziato a fare il DJ a metà degli anni ’80 quando era ancora un adolescente. Espandendosi nella produzione nel 1990, ha continuato a pubblicare centinaia di dischi nei tre decenni successi per etichette come Peacefrog, Moody Recordings, Dance Mania e Cajual. Il singolo del 1999 Get Get Down, dal suo album The Groove I Have, ha trascorso 18 settimane nella classica Billboard Dance Club Songs, dove ha anche raggiunto la #1. Il brano ha anche raggiunto il successo internazionale, arrivando nella Top 30 Dance di RPM in Canada ed entrando nella top 10 in Grecia, Belgio, Francia, Paesi Bassi e Regno Unito.
Paul Johnson ha anche fondato la sua etichetta, la Drust Traxx, insieme a Radek Hawryszczuk nel 1997. Con questa ha pubblicato i progetti di produttori come: K-Alexi, Stacy Kidd, Glenn Underground e Robert Armani.
L’eredita del produttore come grande della musica house si ritrova soprattutto in Teachers, brano del 1997 dei Daft Punk. Nei primi tre minuti, infatti, il due francese elenca le sue maggiori influenze e Paul Johnson è il primo artista nominato.