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Premio Tenco 2021: Fiorella Mannoia, Enrico Ruggeri e Stefano Bollani fra i vincitori

L’edizione di quest’anno torna al Teatro Ariston di Sanremo dal 21 al 23 ottobre, dedicata idealmente a Fabrizio De André

Autore Billboard IT
  • Il27 Settembre 2021
Premio Tenco 2021: Fiorella Mannoia, Enrico Ruggeri e Stefano Bollani fra i vincitori

Fiorella Mannoia (foto di Francesco Scipioni)

Fiorella Mannoia, Enrico Ruggeri, Stefano Bollani. E ancora, Mogol, Vittorio De Scalzi (New Trolls), Paolo Pietrangeli (celebre per la canzone Contessa). Fra gli internazionali, la cantante brasiliana Marisa Monte, l’uruguayano Jorge Drexler (autore della canzone Al Otro Lado del Río, per il film I Diari della Motocicletta) e il catalano Pere Camps (organizzatore del premio Barnasants a Barcellona, simile al Tenco per impostazione). Sono i vincitori dell’edizione 2021 del Premio Tenco, annunciati oggi – lunedì 27 settembre – nel corso della conferenza stampa del Club Tenco.

Premio Tenco 2021, per una canzone “senza aggettivi”

Dopo l’edizione “a distanza” del 2020, il Premio Tenco torna al Teatro Ariston di Sanremo, dal 21 al 23 ottobre (con un massimo di 500 persone di capienza). L’edizione è idealmente dedicata a Fabrizio De André, nume tutelare del cantautorato italiano.

«Il titolo di quest’anno è “Una canzone senza aggettivi”», spiega Sergio Secondiano Sacchi, direttore artistico del Club Tenco. «Una volta esisteva solo la musica leggera, un grande calderone dove andava dentro tutto. Sulla fine degli anni ’50 abbiamo iniziato a vedere una montagna di aggettivi che andavano a definire la canzone. Si guardava la provenienza non soltanto del linguaggio musicale (rock, folk, eccetera) ma anche il contenitore di diffusione (musica commerciale, alternativa, da festival, da evasione)».

E ancora: «Questo faceva sì che si stabilisse una sorta di contrapposizione qualitativa: c’era la canzone commerciale che era da prendere “con sufficienza” e quella impegnata che meritava di essere considerata. Ma negli anni ’70 le classifiche e il mercato dei concerti iniziarono a smentire questa contrapposizione. Gli unici aggettivi che hanno diritto di cittadinanza per definire una canzone sono “bella” o “brutta”. I premi che abbiamo dato ultimamente sono andati a persone che solo una decina di anni fa avrebbero fatto storcere il naso».

I commenti dei vincitori

«Il Premio Tenco l’avevo già preso, ovvero quando mi proposero di scrivere le canzoni proprio con lui», ha ricordato Mogol. «Luigi era un mio caro amico. Passava molte ore nell’ufficio di mio papà, che lo consolava e lo aiutava. Se mi avesse dato retta, non sarebbe morto. In un viaggio da Roma a Milano, ci fermammo di notte in una locanda e gli dissi: “Non andare a Sanremo, non ne hai bisogno”. Per incoraggiarlo a non andare, non ci andai neanch’io, anche se avevo tre canzoni in gara quell’anno».

«Sono felice di questo premio», ha detto Fiorella Mannoia. «Io sono una abitué del Tenco, lì ho passato tanti anni felici, ho tanti ricordi di serate felici, non solo per cantare ma anche per incontrare».

Enrico Ruggeri ha esordito scherzando: «La mia idea sarebbe quella di portare ciò che ho fatto in questi anni. Ma il problema è che dall’ultima volta in cui sono stato al Tenco ho registrato 29 album… Cercherò di condensare, come fanno i Pooh con i medley».

Parlando della caduta degli steccati fra musica “alta” e “bassa”, “commerciale” e “cantautorale”, Stefano Bollani ha citato un pensiero del grande chitarrista jazz Pat Metheny: «La musica si divide fra quelli che scrivono canzoni sul mondo in cui vivono e quelli che le scrivono sul mondo in cui vorrebbero vivere. E io conosco artisti straordinari di entrambe le categorie».

Le Targhe Tenco 2021

Le serate all’Ariston ospiteranno anche i vincitori delle Taghe Tenco 2021, riconoscimenti assegnati – è il caso di ricordarlo – non dal direttivo del Club Tenco ma da una giuria di giornalisti. I vincitori di quest’anno sono: Madame (doppietta con Miglior canzone, per Voce, e Opera prima, per l’album omonimo); Peppe Voltarelli (targa Interpreti di Canzoni, per l’album Planetario); i fratelli Mancuso (Miglior album in dialetto, per Manzamà); e il collettivo “Ad esempio a noi piace Rino” (Miglior album collettivo a progetto).

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