Disparità di genere nel mondo della musica: lo studio finanziato da Spotify
Lo studio prende in considerazione il genere e la razza degli artisti e dei creatori di contenuti (songrwriter e produttori) attraverso 800 canzoni nella Billboard Hot 100 Year-End Charts dal 2012 al 2019
Billie Eilish ha conquistato il mondo con la sua musica e la sua personalità fuori dal comune. Lo stesso ha fatto Lizzo.
Entrambe, inoltre, portano avanti messaggi importanti: l’accettazione del proprio corpo, l’importanza di parlare dei proprio problemi senza vergognarsi, e tanto altro ancora.
Quest’anno Lizzo e Billie sono le due artiste che hanno ottenuto il maggior numero di nomination ai Grammy Awards. Ma nonostante questo, come riferisce il terzo report annuale realizzato dall’Annenberg Inclusion Initiative dell’University of Southern California, il principale think tank del mondo a studiare diversity e inclusion, gli uomini continuano a superare di gran lunga le donne nell’industria musicale.
Lo studio finanziato da Spotify
“Inclusion in the Recording Studio?”, questo il titolo del report, è stato scritto dalla professoressa Stacy L. Smith, insieme ai suoi collaboratori, e finanziato da Spotify.
Lo studio prende in considerazione il genere e la razza degli artisti e dei creatori di contenuti (songwriter e produttori) attraverso 800 canzoni popolari della Billboard Hot 100 Year-End Charts dal 2012 al 2019.
Inoltre, valuta, nell’arco di otto anni, le nomination ai Grammy nelle categorie principali: “Record of the Year”, “Album of the Year”, “Song of the Year”, “Producer of the Year” e “Best New Artist”.
Arriva, così, ad una conclusione piuttosto netta: le donne sono sempre più incluse nell’industria musicale, e questo è sicuramente positivo. Ma, dall’altra parte, c’è ancora molta strada da fare prima di raggiungere una reale parità di genere.
Nel 2019, il 22,5% delle canzoni migliori erano di artiste donne. Un miglioramento significativo rispetto al 2018 e ben al di sopra del 16,8% del 2017. Nonostante questo dato positivo, se si guarda la media degli otto anni di studio, il 2019 ha spostato lago della bilancia solo al 21,7%. Circa uno su cinque.
«Le donne sono ancora assenti dalla musica popolare» ha detto la professoressa. «Eppure vediamo, per esempio, che l’industria musicale apprezza le donne di colore e il loro contributo. Nel 2019, oltre la metà delle artiste delle classifiche popolari erano donne di colore».
Secondo lo studio, il 56,1% degli artisti presi in esame nel 2019 appartiene a gruppi etnici sottorappresentati. In media, nell’arco dell’intero periodo di ricerca, le persone di colore rappresentano il 45,4% di oltre 1600 artisti.
Aumentano le cantautrici, ma sono ancora poche le producer donne
Discorso molto simile per il cantautorato. Il numero di donne cantautrici è leggermente aumentato l’anno scorso, passato dall’11,6% al 14,4%.
Molto negativa invece la percentuale di donne che lavorano come produttrici in un sottocampione quinquennale della classifica Billboard. Si arriva al 2,6%. Praticamente un rapporto di 37 uomini a una donna. In questo campione quinquennale sono state incluse otto donne di colore, con un rapporto tra maschi e femmine sottorappresentati di 133 a uno.
La professoressa Smith e i suoi collaboratori hanno individuato diverse organizzazioni che lavorano per ridurre la disparità di genere nel mondo della musica: She Is the Music, che organizza programmi di mentorship, scrittura di canzoni e outreach esterno, e EQL Residency, il programma di Spotify che porta le donne ingegneri emergenti negli studi di registrazione per acquisire esperienza al fianco di professonisti nel settore.
E Ancora Women’s Audio Mission che forma la prossima generazione di produttrici musicali e addette ai lavori negli studi di registrazione.