Altafonte, non solo reggaeton: Giulia Giampietro presenta la divisione italiana
Aperta la divisione italiana di una delle etichette indipendenti di punta nel mondo Latin. La country manager Giulia Giampietro racconta la filosofia della label e i primi progetti
Sette vittorie ai Latin Grammy 2023, su un totale di ventisei nomination quest’anno. Bastano questi numeri per avere un’idea della potenza di fuoco di Altafonte, una delle etichette indipendenti di punta nel mondo Latin.
Nata a Madrid nel 2011 per iniziativa di Nando Luaces e Inma Grass come distributore digitale, la label oggi conta uffici in dodici paesi fra Europa e Americhe.
Ultima arrivata, l’Italia. Ha sede a Milano e il team è guidato dalla country manager Giulia Giampietro, che in questa intervista ci racconta la filosofia della label, i primi progetti di Altafonte Italia (spoiler: non si tratta solo di artisti riconducibili alle sonorità reggaeton) e le opportunità di collaborazioni internazionali.
Giulia Giampietro presenta Altafonte Italia
Quali considerazioni di mercato hanno spinto Altafonte ad aprire la divisione italiana?
Altafonte nasce a Madrid come distributore indipendente e si è sviluppata negli anni come etichetta discografica internazionale. Prima dell’apertura della country italiana era già presente in undici paesi: Spagna, Portogallo, Stati Uniti, Messico, Brasile, Colombia, Perù, Ecuador, Cile, Argentina e Venezuela.
I fondatori di Altafonte, Nando Luaces e Inma Grass, vedono nel mercato italiano una grande opportunità. Sanno che in Italia si fa musica di qualità che può raggiungere il mercato spagnolo e latino-americano. L’ufficio italiano è strategico e importante per Altafonte (azienda certificata B Corp perché supporta la diversità culturale del pianeta).
Inoltre l’espansione verso l’Italia è una scelta motivata dal fatto che anche da noi il mercato musicale è cambiato. Sempre di più i cantanti si affidano a etichette indipendenti per far conoscere la propria musica. C’è grande fermento e lo scopo di Altafonte Italia è quello di selezionare le proposte più interessanti e sostenerle nella crescita, non solo a livello nazionale.
Fra l’Italia e il mondo ispanofono esistono da sempre forti affinità linguistiche e culturali. Un mondo “Latin” allargato può includere anche artisti che cantano in italiano?
A parte le affinità linguistiche e culturali tra l’Italia e la Spagna, la nostra aspirazione è quella di far conoscere oltre i confini nazionali il nostro modo di fare musica e i nostri artisti.
Immagino che per gli artisti italiani di Altafonte si prospettino opportunità di collaborazione con altri artisti internazionali o locali della label. Qual è il vostro approccio da questo punto di vista?
Gli artisti che scelgono Altafonte sanno che possono contare su ogni tipo di supporto. Ogni progetto ha uno sviluppo personale e, laddove si intravedano opportunità per realizzare featuring interessanti, le promuoviamo.
Abbiamo già realizzato collaborazioni come quelle tra Bombai e Bianca Atzei, tra Varry Brava e Cristiano Malgioglio. Ce ne sono tante altre, anche a livello local, non ultimo Strano con Sac1.
Queste collaborazioni nascono proprio perché tra i punti cardine di Altafonte ci sono la collaborazione, l’integrazione, l’amicizia, l’apprezzamento per la diversità culturale.
Al di là dei featuring, in che modo Altafonte può mettere a disposizione la sua presenza “capillare” fra sud Europa e sud America per favorire l’internazionalizzazione degli artisti italiani?
Lavoriamo con tutte le piattaforme digitali e i principali network. Abbiamo un contatto continuo con i nostri partner anche attraverso uno strumento online altamente tecnologico: ABO (Altafonte Back Office), che consente di gestire e amministrare in modo sicuro tutto ciò che serve nel settore musicale, per esempio creare prodotti digitali, analizzare le metriche di tutte le piattaforme e dei social network, effettuare pagamenti multipli di royalties, visualizzare i risultati delle campagne di marketing e molto altro ancora.
Ci presenti brevemente il roster di Altafonte Italia?
Del nostro roster artistico fanno parte diverse etichette strategiche per noi, artisti emergenti – come Avanzi, Vray, Stamani – e altri già conosciuti nel panorama musicale italiano come Piotta, Strano, Danti e Biondo, per citarne solo alcuni.
È evidente che i vostri artisti non sono necessariamente orientati verso una versione in salsa italiana del Latin pop.
Certamente. I nostri artisti seguono un percorso del tutto personale, non è richiesto loro di adeguare la loro musica a quella del mercato latino. Non sarebbe concepibile. Non si commetta l’errore di pensare che ci occupiamo solo di musica Latin.
In Italia avete specifici accordi di distribuzione o di co-produzione con altre etichette?
A seconda degli artisti e delle etichette, gli accordi possono variare in funzione del progetto musicale, della portata di un artista o della label.
Quali sono le prossime release da non perdere?
Tanto per cominciare Strano feat. Sac1 con Fino in Cima, un brano che apre il progetto solista di Strano. A maggio invece vedremo un singolo di Piotta sorprendente e ironico. E, con l’uscita di Dal Basso di Danti con Alexia e Saturnino, si anticipano delle sorprese anche per il rapper.