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Deezer, SACEM e l’impatto dei modelli di streaming “artist-centric” su autori e compositori

Uno studio analizzerà i dati di streaming per valutare la fattibilità di diversi modelli economici per la remunerazione di autori, compositori e titolari di diritti

Autore Billboard US
  • Il27 Ottobre 2023
Deezer, SACEM e l’impatto dei modelli di streaming “artist-centric” su autori e compositori

Foto di Thiago Prudencio / SOPA Images / LightRocket via Getty Images

Deezer sta collaborando con la società di gestione collettiva francese SACEM per esplorare il potenziale impatto che i modelli “artist-centric” di pagamento delle royalty avranno sulla remunerazione di autori ed editori.

L’annuncio di Deezer e SACEM

In un annuncio congiunto di mercoledì 25 ottobre, Deezer e SACEM hanno affermato che stanno conducendo uno studio “approfondito” che analizzerà i dati di streaming per valutare la fattibilità di diversi modelli economici “volti a remunerare autori, compositori e titolari dei diritti più equamente”.

Un rappresentante di Deezer ha dichiarato a Billboard che la prima fase dello studio è iniziata all’inizio di questo mese utilizzando i dati degli account di abbonamento a pagamento in Francia nel primo trimestre del 2023.

La fase successiva del progetto, che dovrebbe durare diversi mesi e si concentrerà esclusivamente sul mercato digital francese, vedrà Deezer e SACEM valutare specificamente l’impatto che un modello di streaming “artist-centric” avrebbe sugli oltre 210mila associati della collecting e sui partner internazionali, tra cui Universal Music Publishing Group e Wixen Music Publishing, nonché le organizzazioni di gestione collettiva SOCAN e ASCAP.

Autori, compositori ed editori svolgono un ruolo cruciale nell’industria musicale come forza trainante creativa dietro le canzoni che amiamo. È tempo di far evolvere il modo in cui premiamo questi sforzi”. Lo ha affermato il CEO di Deezer Jeronimo Folgueira in una nota.

Il modello “artist-centric” di Deezer

L’iniziativa congiunta arriva meno di due mesi dopo che Deezer ha annunciato la collaborazione con Universal Music Group su quello che definisce un “modello di streaming musicale incentrato sull’artista” per la musica registrata.

Tale modello sostituisce il tradizionale modello proporzionale in base al quale uno stream equivale a una riproduzione e il numero totale di riproduzioni è suddiviso tra artisti ed etichette in base a quante ne maturano ciascuno.

Dal lancio del 1° ottobre, il modello è stato limitato esclusivamente alla Francia, il mercato interno di Deezer. Finora si applica solo agli artisti a contratto con UMG e con l’etichetta indipendente francese Wagram Music. Tuttavia un portavoce di Deezer afferma che sono in corso discussioni con tutte le etichette e i fornitori di contenuti e che la società prevede di raggiungere “un lancio completo con tutti i fornitori e paesi” nel 2024.

Il nuovo modello promette “incrementi” di royalty per gli artisti “professionisti” la cui musica è attivamente ricercata dagli utenti, nonché aumenti per gli artisti che mantengono un livello di 1000 stream al mese da almeno 500 account unici.

Include anche un limite di monetizzazione di 1000 stream per ciascun utente. Significa che il contributo di ogni singolo utente al pool di royalty viene conteggiato come 1000 riproduzioni, indipendentemente dall’importo effettivo. Se un abbonato fa 2000 stream, ad esempio, i suoi stream conteranno la metà. Deezer afferma che il limite aiuterà a contrastare le frodi e garantire che le royalty siano condivise in modo più equo tra artisti e titolari dei diritti.

Le modifiche introdotte dalle altre piattaforme

Seguendo le orme di Deezer, si ritiene che Spotify stia pianificando modifiche simili al proprio modello di royalty che entreranno in vigore nel 2024. Si dice che queste includano l’introduzione di soglie minime annuali di streaming e sanzioni per i distributori musicali e le etichette che commettono atti fraudolenti, nonché una durata minima di riproduzione di brani non musicali, come i versi degli uccelli o il rumore bianco, prima che possano generare royalty.

Negli ultimi due anni molti altri servizi di streaming, tra cui SoundCloud e Tidal, hanno introdotto o annunciato che stanno esplorando modelli economici diversi rispetto allo standard proporzionale in seguito alle critiche dei creatori sui bassi pagamenti delle royalty.

In una dichiarazione, l’amministratore delegato di SACEM, Cécile Rap-Veber, ha affermato che il lancio dello studio sull’impatto dei modelli retributivi alternativi su editori, autori e compositori è uno sviluppo “essenziale, che speriamo consentirà di aumentare il valore dello streaming per i nostri membri”.

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