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DICE, il lato social del ticketing: intervista alla account director Laura Marchesi

Arrivata nel nostro paese nel 2019, DICE ha rivoluzionato il mondo della biglietteria grazie a un’app semplice, intuitiva, pensata anche per stimolare un senso di community. Facciamo un bilancio di questi quattro anni con Laura Marchesi, Account Director per l’Italia

Autore Federico Durante
  • Il3 Luglio 2023
DICE, il lato social del ticketing: intervista alla account director Laura Marchesi

Foto di Elephant Studio

Fino a non troppo tempo fa sembrava da pazzi l’idea di lanciare un nuovo player nel mondo del ticketing, settore dominato – perlomeno nel nostro paese – da una sorta di oligopolio di aziende. E infatti il percorso intrapreso da una realtà come DICE è tutt’altro che compiuto.

Tuttavia negli anni la piattaforma – con coraggio e caparbietà – si è ritagliata un posto di rilievo nel panorama italiano ed europeo. L’ha fatto un pezzo alla volta: un tour qui, un festival là, intercettando sempre nuove fette di pubblico. Con il punto fermo del Primavera Sound di Barcellona, da sempre partner fondamentale di DICE.

Ciò su cui l’app punta tutto è un modo radicalmente diverso di vedere il ticketing: non solo servizio di compravendita ma opportunità per creare una vera e propria community, con dinamiche interne e funzioni proprie di social network e piattaforme di streaming. Ci facciamo spiegare tutto da Laura Marchesi, Account Director di DICE per l’Italia.

img Laura Marchesi - DICE
Laura Marchesi, account director di DICE per l’Italia

L’intervista a Laura Marchesi, account director di DICE per l’Italia

DICE nasce anche come strumento per la lotta al bagarinaggio, alle truffe, al secondary ticketing. Fu lanciata in Italia in un periodo in cui quei temi erano molto caldi. Qual è un vostro bilancio dopo quattro anni?

Ci sono piattaforme che spesso fanno riferimento ad altri siti, mentre noi abbiamo tutto nell’app, è tutto chiarissimo. Sia per l’utente, che grazie alla Waiting List può vendere o comprare biglietti al prezzo originale, sia per il promoter, che può monitorare il flusso di vendita grazie a una rendicontazione trasparente. L’aspetto della trasparenza per noi è fondamentale: entri nell’app e il prezzo che vedi è quello che spenderai davvero.

Poi cerchiamo costantemente di migliorare i particolari e la customer experience, è un lavoro quotidiano. Inoltre c’è il tema della community: adesso che abbiamo un database molto esteso, abbiamo una community ricca. Quando entri, segui non solo i tuoi artisti preferiti ma anche i tuoi amici, rimanendo aggiornato sui concerti a cui vanno. Tant’è che su DICE ogni utente compra mediamente il triplo di biglietti rispetto ad altre piattaforme.

Per quanto riguarda i festival italiani, avete partnership all’attivo con realtà come MI AMI, C2C e tanti altri. Qual è la visione strategica su questo fronte?

Per noi è un aspetto molto importante. Crediamo molto nei festival. Sono dei momenti importanti per il territorio, per gli organizzatori e per i fan. In Spagna, per esempio, sono piuttosto avanti. L’Italia forse è arrivata ultima in questa scia. Ma adesso i festival stanno lavorando molto bene, proprio per recuperare l’esperienza già maturata da altri paesi. E ognuno ha la propria identità, cosa che cerchiamo di trasmettere anche noi.

Il Primavera Sound è esemplare, in questo senso. Ma anche il MI AMI è riuscito a creare qualcosa del genere. Cerchiamo di promuovere queste realtà ma anche di portarle alla luce in termini internazionali. Cerchiamo di valorizzarli con i nostri partner e il nostro network internazionale.

Peraltro con il Primavera avete una partnership importante ormai da molto tempo.

Il Primavera è stato la conferma di una stabilizzazione del mercato. Il festival è davvero il festival più importante in Europa, è un po’ come il Coachella per gli Stati Uniti. È un partner che, tra le altre cose, stabilisce il target di DICE. Tutti questi eventi “alternativi” ti aiutano a scoprire ciò che in Europa non è ancora famoso. Danno una vetrina non solo agli headliner più importanti ma anche a una serie di realtà davvero indie. Questo rappresenta molto DICE.

Stiamo cercando di spingere sempre di più il nostro dipartimento londinese dell’Artist Development, che ha per focus proprio gli artisti emergenti. Il Primavera è molto coerente con tutto questo.

img mockup app DICE - 1

Rimarcavi prima l’importanza della Waiting List, funzione che rimane un vostro “asset” e vi contraddistingue rispetto ad altre realtà di ticketing. In che modo, oltre che per i fan, può essere uno strumento utile per promoter e venue?

Se si trova in Waiting List 4mila persone, per esempio, un promoter può decidere di aprire una seconda data il giorno dopo. È uno strumento utilissimo per i partner per fare strategie di questo tipo. Poi c’è il like che puoi mettere su un artista o un evento per ricevere le relative comunicazioni.

Insomma, l’app va molto vissuta, come Instagram. Non è che compri il biglietto e basta: guardi le novità, vedi quello che fanno gli amici… davvero si forma una community. E poi stiamo andando verso un’era in cui l’app è fondamentale.

E per gli artisti quali sono i vantaggi offerti da DICE? Penso per esempio alla funzione Discovery, che permette di scoprire concerti nelle vicinanze affini al proprio gusto.

Noi possiamo aiutare gli artisti a vedere come vanno i trend delle abitudini dei consumatori. Il nostro Discovery offre connessioni impressionanti. Quindi possiamo mettere in evidenza, esaltare e far conoscere artisti e studiare la strategia del loro lancio. Facciamo da consulenti, in sostanza.

È facile spingere un artista che va già forte: basta dire che c’è il suo concerto. Se invece vuoi spingere artisti particolari, il Discovery, la reportistica e la consulenza sono strumenti importanti. Magari inizialmente c’è un po’ di titubanza ad aprire una data, e poi invece capiamo che le cose vanno molto bene. O magari capiamo che, per quell’artista, alcune città tirano più di altre. Quindi cerchiamo di spiegare dove potrebbero avere successo, geolocalizzandolo.

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