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Marta Donà (LaTarma): «L’internazionalizzazione si fa mettendo al centro la musica, sempre»

La manager di Marco Mengoni, Francesca Michielin e Angelina Mango sarà fra i protagonisti dei panel di Linecheck 2023. L’abbiamo intercettata in vista dell’evento

Autore Federico Durante
  • Il16 Novembre 2023
Marta Donà (LaTarma): «L’internazionalizzazione si fa mettendo al centro la musica, sempre»

Marta Donà (fonte: ufficio stampa)

Per il grande pubblico il suo nome è poco conosciuto, ma tutti gli addetti ai lavori dell’industria musicale italiana sanno perfettamente chi è Marta Donà. Manager di lungo corso di Marco Mengoni (con cui ha festeggiato la vittoria di due Sanremo, nel 2013 e nel 2023), poi di Francesca Michielin e, recentemente, di Angelina Mango, Marta Donà è l’artefice di LaTarma.

Nata come agenzia di management, negli anni LaTarma si è espansa con l’apertura di nuove divisioni (Entertainment, ovvero produzioni di eventi, e Records, ovvero etichetta). Oggi, con la sua visione a 360 gradi, rappresenta una sorta di unicum nel panorama italiano.

Marta Donà sarà fra i protagonisti dei panel di Linecheck 2023. Il 24 novembre alle ore 17 infatti si terrà l’incontro intitolato “Soundtrack of Success: Women Shaping the Music Management Landscape”, dove lei e altre sue colleghe internazionali esploreranno le strategie che le hanno portate in prima linea nei rispettivi mercati. Qui tutte le informazioni sul panel.

L’intervista a Marta Donà

LaTarma è una realtà piuttosto particolare: non solo management ma anche etichetta e produzioni speciali. Perché questo modello a 360 gradi è per te vincente?

Non so se è un modello vincente, ma è l’idea d’azienda che si è formata in me negli anni. Oltre al lavoro di management, da qualche anno mi chiedevano di curare la direzione artistica di grandi eventi o di fare da consulente per attività speciali. In parallelo mi arrivava tanta musica ma non avevo il tempo di ascoltarla con attenzione.

Da lì è nata l’idea di strutturarci con una divisione eventi, LaTarma Entertainment, che in questi quasi due anni ha organizzato le serate d’apertura per il Salone del Mobile, attività di lancio per Marvel, Netflix, abbiamo lavorato con realtà e artisti diversi, ideando le cose più disparate. LaTarma Records è nata per artisti emergenti senza limiti di genere: attualmente il roster include rock, cantautorato, rap, ed è molto gratificante seguire questi artisti nei loro primi passi in questo mondo.

Dal vostro modus operandi si capisce che prediligete la qualità rispetto alla quantità, sviluppando uno storytelling e una progettualità ad hoc per ciascun artista. Perché questa strategia “taylor-made”?

Quando inizio a lavorare su un progetto la prima domanda che mi faccio è: “Quale valore aggiunto posso portare al progetto?”. È importante individuare come le nostre competenze e idee possono aiutare ad amplificare il messaggio che l’artista vuole veicolare.

È quindi automatico per me studiare poi con il mio team un percorso personalizzato e realizzato su misura, guardando lontano. Anche quello è un elemento fondamentale: ragionare sul lungo termine permette di costruire con coerenza seguendo l’identità dell’artista.

State sviluppando con successo il percorso di Angelina Mango. Come si alimenta l’hype per un’artista come lei?

Al centro di tutto e alla base di tutto c’è la musica. E Angelina parla con la sua musica. Il mio lavoro è quello di costruire con lei le migliori possibilità e amplificare il suo messaggio. I risultati le stanno dando ragione. Sono molto orgogliosa di camminare al fianco di una ragazza così giovane e talentuosa.

Quest’anno Marco Mengoni è stato protagonista a livello internazionale, non solo con l’Eurovision ma anche con il tour europeo e con la versione francese di Due Vite. Come si costruiscono percorsi efficaci di internazionalizzazione?

Sarò ripetitiva: mettendo al centro la musica. Quando in una session di scrittura per il disco è arrivata Due Vite, Marco per primo ha pensato che Sanremo sarebbe stato il palco giusto per raccontarla e per raccontare anche i suoi dieci anni di storia con il Festival. Poi è arrivato l’Eurovision e abbiamo scelto di portarla in italiano: così ci sembrava giusto, rappresentando l’Italia.

Prima di affrontare quel palco abbiamo scaldato i motori con quattro anteprime live europee e poi è arrivato questo incredibile tour nei palazzetti con più di 45mila biglietti venduti. Ma la carriera all’estero di Marco è iniziata dieci anni fa dopo il primo Eurovision. Questo è il suo terzo tour europeo e la soddisfazione di vedere platee da 8/9mila persone applaudirlo e cantare il suo repertorio è stata incredibile.

Abbiamo parlato e lavorato con tutti i paesi già dopo Liverpool e, poco dopo, la Francia ha chiesto la versione “ibrida” di Due Vite, poi durante il tour Marco ha affrontato anche tour radio e attività promozionali. Stiamo già lavorando al fianco delle discografiche di ogni paese che ci supportano e con le sedi estere della nostra agenzia live. Un grosso lavoro di team pianificato a lungo termine, con la musica al centro, sempre.

Dal tuo punto di vista di “music executive” donna, quali sono i punti più urgenti che l’industria musicale deve affrontare in tema di gender equality?

Lentamente vedo che il nostro settore ha più donne in ruoli chiave. Mi piacerebbe vedere un’accelerata, così come mi piacerebbe non dover più parlare di differenze salariali o di impossibilità di avere figure femminili in determinati ruoli o che queste vengano trattate con diffidenza.

LaTarma conta sulle capacità e l’esperienza di diciotto donne. Siamo forse un unicum ma ci tengo a specificare che ogni volta che siamo state alla ricerca di una specifica figura professionale abbiamo intervistato anche candidati maschi. Poi nel momento della decisione finale le competenze e le caratteristiche ci hanno sempre portato a scegliere una donna.

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