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MAST, Believe lancia i nuovi Artist Services

Paolo Colavolpe è il responsabile del team dedicato al supporto a 360° degli artisti e ci spiega qui le ragioni e l’approccio della rinnovata divisione

Autore Federico Durante
  • Il26 Novembre 2023
MAST, Believe lancia i nuovi Artist Services

Nell’epoca della musica liquida e della comunicazione social esistono tante “ricette” per il successo quanti sono gli artisti che ci arrivano. Fondamentale, dunque, che le aziende del settore discografico siano in grado di mettere in campo dei team dedicati di professionisti che possano seguire l’artista passo passo in modo organico e flessibile, con un approccio costruito su misura intorno alle sue esigenze. Sono le ragioni che stanno alla base di Believe MAST, la nuova veste della già esistente divisione Artist Services presentata ufficialmente durante la Milano Music Week 2023.

«Non è un’etichetta propriamente detta, perché non nasce per essere proprietaria dei master degli artisti», spiega Luca Daher, managing director di Believe Italia. «Per molti versi pero lo è, nella maniera più contemporanea possibile. Opera infatti attraverso un rapporto continuo con l’artista e il suo team instaurando una collaborazione, una guida e un supporto a trecentosessanta gradi su tutti i vari passaggi: discografico, manageriale, promozionale, marketing e progetti speciali».

MAST – l’acronimo sta per Music Artist Services Team – nasce infatti con l’intento di offrire agli artisti tutti i servizi che prevede un contratto in cast di una major mantenendo l’autonomia del contratto in licenza.

Il responsabile del team è Paolo Colavolpe: l’abbiamo incontrato nei nuovissimi uffici di Believe Italia per approfondire il progetto e le sue sfide.

L’intervista a Paolo Colavolpe, Head of MAST

Believe - MAST - Artist Services - intervista Paolo Colavolpe - 2
Il team di MAST. Paolo Colavolpe è il quarto da sinistra

In che modo MAST rappresenta un’evoluzione rispetto alla precedente divisione Artist Services di Believe?

L’evoluzione è avvenuta nel corso dell’ultimo anno e mezzo, periodo in cui sono arrivati molti dei ragazzi che ora compongono il team. Si è capita subito la necessità di far intendere meglio la nostra proposta e il nostro approccio ai progetti: c’era poca chiarezza nella differenza tra Believe Artist Services e Believe Distribution.

Ovviamente quando si parla di Believe si pensa subito alla distribuzione: è il core business dell’azienda, è il motivo per cui è nata. Nel 2015 Believe ha creato la divisione Artist Services in Francia. Stavano esplodendo tutti gli artisti hip hop che erano stati firmati in distribuzione. Questi artisti avevano bisogno di un maggior supporto, con un team che potesse abbracciare il loro progetto a 360 gradi. Negli anni ciò è stato esportato nella maggior parte dei paesi in cui è presente Believe, ma in Italia non si percepiva bene la differenza fra le due proposte.

Vent’anni fa esistevano due o tre modi per promuovere efficacemente un album. Oggi una strategia di marketing po’ funzionare in una maniera completamente diversa dalle altre. Non esiste una regola matematica che porti al successo di un brano, di un album, di un artista.

Come si compone il team di Believe MAST nelle sue varie professionalità?

Diamo all’artista una gamma di professionisti che lavorano sul progetto. Un artista che firma con Believe MAST avrà: un project manager, che cura tutte le fasi del progetto, dai pagamenti al marketing; un digital marketing manager, che si occupa in maniera verticale di social e campagne ADV digitali; una persona che si occupa dei rapporti con le piattaforme di streaming; e ovviamente un A&R, che è di supporto per tutto ciò che riguarda l’area artistica, dalle session di scrittura agli artwork.

Quello su cui ci piace lavorare è una situazione di team a supporto dell’artista dove quest’ultimo sa esattamente i ruoli di ogni persona che lavora al progetto.

Perché il modello a 360° è per voi vincente?

Siamo consci che non siamo ancora pienamente a 360 gradi perché ci sono altri ambiti della carriera di un artista. Per esempio in Francia Believe lavora sui progetti anche dal punto di vista del booking, che a noi in questo momento non interessa.

Il concetto dell’approccio a 360 gradi per me è l’embracement del progetto. Esistono diversi modi per arrivare al successo: noi dobbiamo essere in grado di dare all’artista quello di cui ha bisogno. Believe nasce per quello.

Believe ha TuneCore, che è per gli artisti emergenti che vogliono avere il 100% delle revenue. Ci sono poi artisti che magari sono anche “top artist” e vogliono mantenere la propria indipendenza. E allora si avvalgono di Believe Distribution per la distribuzione della propria musica: per esempio Ultimo. Infine ci sono artisti che hanno bisogno di un team strutturato che possa seguirli passo passo.

Ci presenti il roster e alcuni progetti che state sviluppando?

Ci piace porci come un’etichetta cross-genre. Certo, cerchiamo artisti che sposino la nostra attitudine e il nostro modo di vedere la music industry. Ma da un punto di vista del roster andiamo da Fabrizio Paterlini, che è un pianista di fama mondiale con oltre 2,5 milioni di stream mensili su Spotify, a La SAD, trio urban punk difficile da inquadrare. Ma ci sono anche emergenti come Assurdité. Per arrivare ad artisti urban di nuova generazione come Sick Budd e Silent Bob, passando per un producer storico come TY1 e un artista top della scena come Noyz Narcos. Quindi non abbiamo quindi una visione che va in una sola direzione.

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