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Materiali Sonori: intervista al co-fondatore Giampiero Bigazzi

Con una profonda vocazione verso la musica internazionale e la world music, da San Giovanni Valdarno in Toscana Materiali Sonori decise di “allearsi” con etichette di culto europee come Les Disques du Crépuscule e far conoscere al pubblico italiano i progetti avantgarde di Durutti Column, Jon Hassell, Roger Eno, David Sylvian, Roedelius

Autore Tommaso Toma
  • Il15 Marzo 2018
Materiali Sonori: intervista al co-fondatore Giampiero Bigazzi

Non solo un’etichetta ma anche un vero e proprio laboratorio musicale che – come tanti, all’epoca, in Europa – prese vita alla fine degli effervescenti anni ’70. Con una profonda vocazione verso la musica internazionale e la world music, da San Giovanni Valdarno in Toscana Materiali Sonori decise di “allearsi” con etichette di culto europee come Les Disques du Crépuscule e di far conoscere al pubblico italiano i favolosi progetti avantgarde di Durutti Column, Jon Hassell, Roger Eno, David Sylvian, Roedelius.

I Tuxedo Moon

Materiali Sonori ha celebrato nel 2017 i quarant’anni dalla pubblicazione del primo disco.

Un disco strano, cantato da bambini, dedicato alla tradizione popolare toscana. Un disco nato per caso. Ma la cosa funzionò, soprattutto nel giro fiorentino: era il primo e, fino a quel momento, unico tentativo di fare dischi in modo indipendente. Con questa spinta vennero prodotti i dischi di fine anni ’70 (la società venne poi fondata in modo ufficiale nel 1979) e servì per immettersi nei “magnifici” anni ’80, con la new wave e il nuovo rock italiano.

E poi l’avventura è continuata per altri decenni, sempre in bilico tra le varie “stranezze”, la musica di ricerca, la world music, il minimalismo, fino alla canzone d’autore. E poi ci sono il rapporto con la belga Crammed Discs, un’etichetta indipendente di grande profilo, e le collaborazioni internazionali con Embryo, Tuxedomoon, Hector Zazou, Wim Mertens, solo per citare i più “assidui”.

Cos’è oggi la Materiali Sonori?

Un laboratorio: dischi ne produciamo pochi. Ci mettiamo spesso a disposizione di produzioni indipendenti e le autoproduzioni di qualità. Abbiamo una corposa presenza nel downloading e streaming planetario ma non rinunciamo ai CD fisici e neppure al vinile, quando capita. Rappresentiamo in Italia ancora le produzioni di Crammed Discs e anche una bella etichetta come Visage Music (quella di Riccardo Tesi, per intenderci). Ma siamo anche un centro di produzione di eventi e da un paio di anni una casa di produzione cinematografica e video, grazie all’area Materiali Sonori Pictures.

Quali sono gli artisti da tenere d’occhio?

Arlo Bigazzi sta lavorando al disco dal suo spettacolo Majakovskij!. Sarà un doppio con molti prestigiosi ospiti: Mirko Guerrini, Blaine L. Reininger, Mirio Cosottini, Michele Marini, Francesco Cusumano e la voce di Chiara Cappelli. Poi ci sono il disco Inchiostro di Letizia Fuochi, una cantautrice fiorentina “classica” (diciamo così), con una bella poesia e molta energia, l’estroso Boccaccio di David Riondino e Caracas, il progetto di Valerio Corzani e Stefano Saletti, una storia intrigante. Inoltre stiamo aspettando il nuovo disco di Flame Parade, dopo la buona accoglienza del loro debut album.

La cosa più hype che avete in mano e che sperate prenda il volo?

Noi siamo dei “fondisti”, non dei “velocisti” (anche perché non saremmo resistiti per quarant’anni). Ci eccitiamo – hype vuol dire questo, no? – con tranquillità, facendo crescere un lavoro collettivo. Comunque i titoli che ho citato sopra sono molto positivi. Ghost Tracks, il nuovo dei Caracas, è molto intrigante. Puntiamo anche sul nuovo disco di Arlo, che avrà una dimensione internazionale. Nell’area video-musicale stiamo aspettando con curiosità il cortometraggio western di Pierfrancesco Bigazzi e Flame Parade.

Gli artisti che vi rendono più orgogliosi?

Anche qui il discorso è “orizzontale”. Ci piacciono le cose che facciamo e ne siamo orgogliosi. Se si pensa alla nostra storia ci rende orgogliosi aver avuto al nostro fianco musicisti come Tuxedomoon e Hector Zazou, i concerti di Wim Mertens, i progetti con Banda Improvvisa e con Orio Odori, tutto il periodo “new classics” con produzioni che hanno fatto storia (Cage, Berio, Bussotti e così via). E poi – da tutt’altra parte – la stagione della “fuzz dance” con Maurizio Dami (Alexander Robotnick) e le produzioni che seguivamo Arlo ed io e che ancora oggi sono molto richieste in tutto il mondo. Siamo orgogliosi anche della nostra recente produzione video: il lavoro di Pierfrancesco Bigazzi e Mattia Calosci ha grandi prospettive.

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