Universal Music: colloqui con Google per il “voice cloning” con intelligenza artificiale
Ormai è facile creare una finta canzone di Drake. L’industria sarà capace di trasformare una minaccia in una fonte di revenue?
Universal Music Group è nelle prime fasi dei colloqui con Google sul licensing delle voci degli artisti per le canzoni create da intelligenza artificiale. Lo riferisce il Financial Times. Anche Warner Music Group ha discusso di questa possibilità, secondo quanto riportato dalla stessa testata.
Pregi e difetti dell’uso di intelligenza artificiale in musica
I progressi nella tecnologia guidata dall’intelligenza artificiale hanno reso relativamente facile per un produttore creare una canzone che includa una convincente riproduzione della voce di una superstar, senza il permesso dell’artista. I superfan dell’hip-hop hanno utilizzato la tecnologia per fare uscire canzoni incomplete dei loro rapper preferiti.
Un brano in particolare ha attirato l’attenzione del settore a marzo: Heart on My Sleeve, presentata come una nuova collaborazione fra Drake e The Weeknd. All’epoca, un portavoce di Universal Music rilasciò una dichiarazione in cui diceva che “gli stakeholder dell’ecosistema musicale” devono scegliere “da che parte della storia vogliono stare: dalla parte degli artisti, dei fan e dell’espressione creativa umana, o dalla parte dei deep fake, delle frodi e del negare agli artisti il giusto compenso”.
“Nelle nostre conversazioni con le etichette abbiamo sentito che alcuni artisti sono davvero arrabbiati per queste cose”, ha detto recentemente a Billboard Geraldo Ramos, co-fondatore e CEO della società di tecnologia musicale Moises. Quest’ultima ha sviluppato la propria tecnologia di clonazione vocale guidata dall’intelligenza artificiale, insieme alla tecnologia per rilevare se una canzone clona la voce di qualcun altro. “Come proteggi quell’artista se sei un’etichetta?”, ha aggiunto Matt Henninger, vicepresidente vendite e sviluppo aziendale di Moises.
La soluzione: dare in licenza le voci degli artisti famosi
La risposta è probabilmente il licensing: sviluppare un sistema in cui gli artisti a cui va bene che le loro voci vengano clonate richiedano quei diritti in cambio di una sorta di compenso, mentre coloro che non si sentono a proprio agio nell’essere replicati dalla tecnologia possono rinunciare.
Proprio come esiste un quadro legale che consente ai produttori di campionare il soul anni ’70, ad esempio, rinunciando ai diritti master e publishing, in teoria potrebbe esserci un sistema attraverso cui i produttori ottengono il permesso di clonare la voce di una superstar.
La tecnologia basata sull’intelligenza artificiale potrebbe “consentire ai fan di rendere ai loro idoli il massimo tributo attraverso un nuovo livello di contenuti generati dagli utenti”, ha detto il CEO di Warner Music, Robert Kyncl, agli analisti finanziari. “Ci sono alcuni artisti a cui potrebbe non piacere, e va benissimo”, ha continuato.
La prima traccia ufficiale con voce di un artista deceduto
Kyncl ha anche individuato “una delle prime canzoni ufficiali e professionalmente generate dall’intelligenza artificiale con un artista deceduto, che è arrivata attraverso la nostra divisione ADA Latin: una nuova traccia di Pedro Capmany con la voce di suo padre José, deceduto nel 2001, generata dall’AI.
“Dopo aver analizzato centinaia di ore di interviste, registrazioni ed esibizioni dal vivo della carriera di José, ogni sfumatura della sua voce è stata modellata utilizzando l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico”, ha spiegato Kyncl.
L’evoluzione del dibattito sull’intelligenza artificiale
Dopo l’iniziale ondata di allarme dell’industria musicale sull’intelligenza artificiale, il dibattito adesso è cambiato, secondo Henninger. Con la tecnologia di clonazione vocale ampiamente accessibile, le etichette non possono davvero impedire agli utenti di creare canzoni che imitano accuratamente la voce dei loro artisti preferiti. Ma forse c’è un modo per fare soldi con tutti i “replicanti”.
Henninger sta iniziando a sentire diverse domande nell’industria musicale. “L’intelligenza artificiale come può generare ricavi? Come può costruire il brand di qualcuno?”.
I rappresentanti di Universal e Warner non hanno risposto alle richieste di commento da parte di Billboard.