Top Story

“The Ballad of Darren”, non solo nuvole scure sopra i Blur

Esce oggi il nono lavoro di inediti della band britannica, prodotto dal sempre più bravo James Ford. Mancavano con un disco da ben otto anni

Autore Tommaso Toma
  • Il21 Luglio 2023
“The Ballad of Darren”, non solo nuvole scure sopra i Blur

Ci eravamo messi un po’ la coscienza in pace sul fatto che arrivasse un nuovo album dalla band del grande cantore della middle class degli anni ’90. In fin dei conti la corrente creativa dei Blur è da paragonare al letto di un fiume carsico: non si è mai interrotta definitivamente ma è sparita per lunghi periodi. In effetti la loro discografia si è sempre più rarefatta: solo due album in vent’anni, prima di questo. Ai tempi di The Magic Whip non sapevamo neanche dell’esistenza della Brexit.

Voglia di Blur

Quando abbiamo visto assieme in alcune immagini Alex James e Damon Albarn provare vecchie canzoni, pronti per un bel tour tutti assieme, abbiamo avuto le avvisaglie della mai sopita “voglia di Blur”, concretizzatasi poi sotto i nostri occhi con l’annuncio del nuovo album, il 18 maggio, durante un interessante live al Colchester Arts Centre, con canzoni davvero sorprendenti come Oily Water o Trimm Trabb, e con la pubblicazione di un brano inedito, The Narcissist.

Anche durante l’ultima edizione del Primavera Sound i Blur hanno rilanciato dopo 25 anni l’anthem brit pop Country House e suonato addirittura una B-side dal loro primo album Leisure. Poi è arrivata l’epica doppietta live nello stadio di Wembley dove, tra le altre cose, i quattro hanno condito la scaletta con gemme dei loro inizi: There’s No Other Way, Popscene e Tracy Jacks. Addirittura infilandole a inizio set.

Tutto questo significa che i Blur – prima di iniziare il loro nuovo album in studio The Ballad of Darren che da oggi è disponibile in tutti i formati, hanno scandagliato per bene i loro inizi di carriera per ritrovare la spinta creativa e per recuperare anche un certo sound chitarristico che non sentivamo più dai tempi di 13. E pensare che parliamo del secolo scorso, quando i Blur guardavano più ai Pavement che ai loro maestri inglesi di un tempo.

Blur - nuovo album - The Ballad of Darren . recensione - 1 - foto di Reuben Bastienne Lewis
Blur (foto di Reuben Bastienne Lewis)

Testi intrisi di malinconia

C’è stato forse anche bisogno di un uomo alla produzione che li portasse in maniera dannatamente autentica a un sound che è più vicino a Modern Life Is Rubbish che all’ultimo album in studio. Non c’era migliore scelta del miglior giovane produttore rock inglese in circolazione, quel James Ellis Ford (chiamatelo semplicemente James Ford) che abbiamo già adorato per il suo lavoro di cesello e suoni “antichi” nell’ultimo album dei Depeche Mode.

Damon non nasconde mai la sua vulnerabilità. Le prime parole che canta nel nuovo album sono: “I just looked into my life / And all I saw was that you’re not coming back” (The Ballad).

Tutto il nuovo album dei Blur è pervaso da un alone di malinconia e rassegnazione. I suoi slanci di sdegno (Modern Life Is Rubbish) con i Blur riesce a tradurli in testi a volte cupi e malinconici. In Barbaric senti parole come queste: “Now where are we going / At what cost, the feelings that we thought we’d never lose / It is barbaric”.

Anche nei toni musicali accadono momenti di pura malinconia, anche se egregiamente orchestrati come l’ottima The Everglades (for Darren), un pop raffinato da camera che si spegne con una sottile coda rumoristica. Sembra il finale leggermente più veloce di Karma Police dei Radiohead.

La ritrovata vena indie rock nel nuovo album dei Blur

Ma non è tutto cieli scuri come si vede dalla foto di Martin Parr in copertina. In The Narcissist gli impasti vocali s’intrecciano il sapiente guitar sound di Coxon, che pennella un jingle jangle alla Johnny Marr, fa cose semplici ma piacevoli. Infondendo speranza, è uno dei momenti più solari del disco.

In Barbaric e Rabbi c’è la spinta pop che trova sempre le sue radici tra The Kinks e l’indie pop in cui sono cresciuti. La prima è anche orecchiabile e riporta la band ai tempi della loro giovinezza.

Il gioiello è Russian Strings. È la canzone più teatrale di tutto il disco, una sorta di versione ancor più melanconica di The Universe. C’è un’eco del John Lennon metà anni ’70, con Damon che sa gigioneggiare con la voce in maniera sublime.

Il disco si chiude con un giro di spazzole sulla batteria di Rowntree, una lasciva orchestra, un piano in sottofondo. “What do you really want, what do you really need?”. Sono le ultime parole che canta Damon.

Il live streaming dei Blur

The Ballad of Darren è il loro miglior disco dai tempi di Think Thank. Con un piacevole ritorno (in alcuni casi) ai suoni di Modern Life Is Rubbish, l’album dei Blur che negli anni ho amato di più (ma questo è un altro discorso).

La prossima settimana la band tornerà sul palco di Londra per qualcosa di completamente diverso: una global performance molto speciale del nuovo album, trasmessa in diretta streaming via Driift dall’Eventim Apollo di Londra, Hammersmith, giovedì 25 luglio 2023 alle 22:00 ora italiana.

Blur present The Ballad of Darren sarà la prima e l’unica volta che la band suonerà dal vivo l’album completo dall’inizio alla fine, consentendo ai fan di tutto il mondo di ascoltare il nuovo disco insieme come parte di un evento musicale unico e intimo. Biglietti e informazioni disponibili qui.

Ascolta The Ballad of Darren dei Blur

Share:

PAOLOOO