Chi prima arriva, meglio alloggia: le nuove “regole” delle code ai concerti
Da qualche giorno sui social impazza la polemica su chi abbia il diritto di stare in prima fila ad un live: chi si accampa fuori da uno stadio il giorno prima o chi arriva all’ultimo minuto?
Chi di noi non ha mai fatto una follia per il proprio artista preferito? Quel concerto così atteso, quel biglietto comprato mesi e mesi prima. Il minimo è godersi il live attaccati alla transenna, e per farlo – soprattutto se si tratta di concerti di dimensioni mastodontiche come quelli negli stadi o in generale nelle arene sportive – la soluzione sembra essere una sola: piazzare le tende davanti ai cancelli. Ore prima? Macché, giorni. Ma se una persona che ha acquistato il medesimo biglietto arriva all’ultimo minuto, ha comunque diritto di farsi strada tra il pubblico e appropriarsi dei primi posti di fronte al palco?
È questa la polemica che negli ultimi giorni ha fatto letteralmente impazzire il web, complice anche l’avvicinarsi del concerto di Harry Styles a Campovolo previsto per questo sabato. Ogni volta che l’ex One Direction approda in Italia, infatti, la storia è più o meno sempre la stessa: fan accampate fuori dalla venue dell’evento per giorni e giorni. Ma se prima le file venivano auto-regolamentate semplicemente con un numero scritto con un pennarello sulla mano, ora le regole sono decisamente ferree.
Appelli, divieto di spostamento, obbligo di presenziare anche la notte
Appelli ogni quattro ore (anche in notturna), divieto di abbandonare il proprio posto per più del tempo stabilito (pena, la perdita della priorità), obbligo di presenziare anche la notte, gruppi WhatsApp in cui segnalare gli spostamenti. Queste sono solo alcune delle regole che gli irriducibili della prima fila – che in questi giorni stanno giocando letteralmente col fuoco, sfidando le temperature da record che l’Italia sta registrando – hanno imposto per i concerti di Harry Styles. I racconti su Twitter e TikTok abbondano, e hanno subito acceso una discussione tra i fanatici della prima fila – che hanno paragonato l’attesa per i concerti a quella della sala d’aspetto del medico – e il pubblico dell’ultimo minuto, che rivendica il proprio diritto ad occupare il posto che vuole a prescindere dall’orario di arrivo.
Le “regole” non valgono solo per i concerti di Harry Styles
“Chi si credono di essere per poter stabilire delle regole?”, “Se abbiamo pagato lo stesso biglietto, ho il diritto di farmi strada e guardare il concerto da dove voglio anche se arrivo due minuti prima”, sono solo alcuni dei commenti che sono apparsi su Twitter dopo la pubblicazione dell’ormai famoso cartello su cui campeggia la scritta “REGOLE DELLA FILA”. Ma quello dei concerti di Harry Styles non è l’unico caso. A qualche settimana fa, infatti, risale un video circolato su TikTok in cui delle ragazze in prima fila allo show di Tiziano Ferro a Napoli cacciavano malamente una signora, rea di aver tentato di farsi strada tra la folla per raggiungere il posto vicino al palco arrivando solo un’ora prima dell’inizio del concerto.
Ora, sorgono spontanee delle domande: è davvero così che si dimostra la propria assoluta fedeltà al proprio artista del cuore? Chi decide di “sacrificarsi” spendendo giorni e ore sotto qualsiasi temperatura, deve essere in qualche modo ripagato perché più fan di chi – a parità di acquisto – sceglie di non stazionare per egual tempo davanti ai cancelli? Vale anche per i concerti il famoso detto “chi prima arriva, meglio alloggia”? Forse non esiste una risposta univoca, ma quello che possiamo dirvi è: andate ai concerti. Ore prima, all’ultimo minuto, a show già iniziato: la musica non conosce orari né regole.