Coldplay: a San Siro l’abbraccio ecumenico di “O Mia Bela Madunina”
Dopo “Napule è”, cantata allo Stadio Maradona, c’era da aspettarsi una trovata analoga per la data milanese. La scelta è caduta sul più classico dei classici
Immaginiamo di salire sulla DeLorean e tornare all’epoca dell’uscita di Yellow per dire in giro che, in un futuro non troppo lontano, sarebbe scoppiata una micidiale pandemia, sarebbe tornata la guerra in Europa e i Coldplay avrebbero cantato O Mia Bela Madudina in un San Siro stracolmo.
Verremmo presi giustamente per pazzi. Sia perché nel lontano 2000 la band di Chris Martin e soci era tutt’altro che la macchina macina-stadi che è oggi, sia perché è un gruppo che di certo non ha bisogno di ricorrere al nazionalpopolare per empatizzare col pubblico.
Chris Martin canta O Mia Bela Madunina
Eppure nel 2023 succede anche questo. Certo, non mancavano le avvisaglie. Vista l’accorata reinterpretazione di Napule è di Pino Daniele nelle recenti date allo Stadio Maradona, c’era da aspettarsi da Chris Martin qualcosa di analogo, declinato in salsa meneghina. E allora perché non optare per il più classico dei classici?
Alla prima delle ben quattro date milanesi, Chris, armato di chitarra acustica, lo approccia con piglio giustamente scherzoso ma comunque rigoroso: quasi impeccabile la pronuncia del dialetto milanese, prezioso l’accompagnamento di Davide Rossi al violino (storico arrangiatore delle sezioni di archi delle canzoni dei Coldplay).
È il momento locura del concerto a San Siro. Con tanto di ringraziamenti random (“Grazie a Pavarotti e Benigni. Grazie per ospitarci qui. Grazie a Elisa e Pausini”) e un fugace riferimento al classico di Roberto Vecchioni, che avrebbe potuto essere un ottimo “omologo” milanese di Napule è (“Nel mondo che è così tanto buio, ma ci sono luci a San Siro”).
Il concerto dei Coldplay a San Siro
Per il resto, il concerto dei Coldplay a San Siro è esattamente ciò che ci si aspetta da quella che è senza dubbio la più grande band pop rock (perlomeno in termini di pubblico) venuta dopo gli U2. Ovvero: una mega-produzione studiata nei minimi dettagli, dai maxischermi ai braccialetti luminosi indossati dal pubblico.
Come annunciato da un video introduttivo, nel live c’è una fondamentale dimensione “green”: parte del ricavato sarà devoluto in favore di progetti di conservazione ambientale, il materiale dei braccialetti è riciclabile, ci sono apposite biciclette e pedane per la generazione di energia elettrica.
I braccialetti luminosi, dicevamo. Consegnati al pubblico all’ingresso (per poi essere debitamente restituiti all’uscita), sono senz’altro uno degli elementi più spettacolari del live. Si tratta infatti di led intelligenti, capaci di cambiare colore e timing di attivazione, con effetti cromatici e di movimento sempre sorprendenti. Il parterre e le tribune di San Siro si trasformano a loro volta in una componente scenografica a 360 gradi. L’effetto emozionale è assicurato.
A proposito di tribune: avvistati nel pubblico, fra gli altri, Paolo Maldini, Zlatan Ibrahimović, Miriam Leone, Achille Lauro, sangiovanni e persino la stessa Gwyneth Paltrow, a cui Martin dedica O.
I brani in scaletta
È notevole lo sforzo di Chris di parlare in italiano fra un brano e l’altro, senza limitarsi ai soliti “Grazie mille” e “Ciao Milano”.
Dopo l’intro strumentale di Music of the Spheres, si attacca con l’energico uptempo di Higher Power, ed è subito una festa coloratissima, fra coriandoli e innumerevoli palloni gonfiabili che vengono lanciati sulla folla.
Sono sempre commoventi gli immancabili classici The Scientist, Yellow e Fix You, anche se eseguiti in maniera molto aderente agli originali, senza troppa reinterpretazione. Così come sono sempre belle le ormai vecchissime Don’t Panic e In My Place, così lontane dalla grandeur successiva della band eppure così coerenti al tempo stesso.
Con A Sky Full of Stars, con il suo piglio praticamente EDM, San Siro si trasforma in un’enorme discoteca. Su People of the Pride succede una bizzarria. Chris Martin giustamente sventola una bandiera arcobaleno. Peccato che per quel brano le riprese trasmesse dai maxischermi siano in bianco e nero. Strana scelta di regia.
Uno dei momenti più emozionanti è quando il frontman invita una fan sul palco (come del resto ha fatto nelle altre tappe del tour). Greta, visibilmente emozionata, si siede con il suo alieno verde gonfiabile si siede alla tastiera al fianco di Chris per cantare insieme O (dall’album Ghost Stories del 2014). Prima di iniziare, Martin precisa: “I would also like to sing it for my kids’ mom”, indicando in direzione di Gwyneth sugli spalti.
La scaletta del concerto
- Music of the Spheres
- Higher Power
- Adventure of a Lifetime
- Paradise
- The Scientist
- Viva la Vida
- Hymn for the Weekend
- O
- In My Place
- Yellow
- Human Heart
- People of the Pride
- Clocks
- The Lightclub (∞, Something Just Like This, Midnight)
- My Universe
- A Sky Full of Stars
- Sunrise
- Don’t Panic
- O Mia Bela Madunina
- Humankind
- Fix You
- Biutyful
Le foto dei Coldplay a San Siro
© Stefano Masselli