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Il Rap God è tornato: il concerto nel deserto di ieri di Eminem è un reminder importante

Il rapper di Detroit si è esibito al Soundstorm Festival di Ryiad davanti a 200mila persone. Se Slim Shady è morto, Marshall è più vivo che mai

Autore Silvia Danielli
  • Il13 Dicembre 2024
Il Rap God è tornato: il concerto nel deserto di ieri di Eminem è un reminder importante

Un’apparizione in mezzo al deserto. Il concerto di Eminem di ieri sera al Soundstorm Festival, a Riyad in Arabia Saudita, è sembrato a un certo punto quasi irreale. Vuoi perché comunque già vedere il rapper sul palco è un’occasione più unica che rara, dato che in Italia in tutti questi anni di carriera si è esibito un’unica volta, il 7 luglio del 2018 a Milano. Vuoi anche perché il main stage di Soundstorm è di una maestosità che è quasi impossibile riuscire a spiegare a parole. Non si tratta, poi, soltanto di unità di grandezza ma anche di livello dei visual sui mega-schermi e del muro sonoro delle casse che creano un tornado, un vero sound storm, appunto. Il tutto davanti ad almeno 200mila persone.

Proprio qui, il concerto è iniziato con la coreografia cimiteriale già vista (quello sì) nei precedenti show del rapper di Detroit di quest’anno, dopo la pubblicazione dell’album The Death of Slim Shady a luglio. Con lui (o meglio il suo alter ego Slim Shady) che fa il suo ingresso in scena uscendo da una bara, posta in verticale sul palco, con la sua classica hockey mask. E attenzione, Eminem ha tutta l’intenzione fin dall’inizio di ricordarci che lui è tutt’altro che morto o caduto nel dimenticatoio: è in grandissima forma. E noi abbiamo tutte le ragioni per supporre che il tour continuerà nel 2025, magari arrivando in Europa, al Glastonbury festival come si vocifera, o perché no, sognando il ritorno in Italia.

Il concerto

Il live parte con Lucifer, il pezzo d’apertura dell’ultimo album, proprio uno dei più forti. E subito Eminem mette in chiaro perché è il Rap God: il suo flow è – come al solito – una mitragliata rigorosa e incessante. Le sue movenze (e anche il suo aspetto) sono identiche a 20 anni fa. Certo, quello che rimane in bocca poi è un fortissimo sapore di nostalgia di fine anni ‘90/inizio anni 2000, ma questo soprattutto verso la fine del live. Eminem, accompagnato come sempre da MR. Porter, continua con Square Dance, il pezzo del 2002 contro la guerra e contro l’amministrazione Bush. 

E così lo show prosegue con pezzi tratti da The Marshall Mathers LP 2, Venom, Kamikaze, Rap God (appunto), ma è poi soprattutto quando ci si avvicina alla fine, con le hit del passato che si raggiunge l’apice. Ad accompagnare Eminem per Stan, per la parte del sample di Thank You di Dido, è l’ottima Skylar Grey, che torna anche per Love The Way You Lie, il brano di Em con Rihanna, che però fu scritto dalla stessa Skylar.

Guess Who’s Back?

Ed è anche qui, nell’intensità di brani più emotivamente complessi, che si percepisce la riuscita di un live rivolto a un pubblico così ampio. Come se si fosse tutti tornati indietro nel tempo. Ognuno nella sua cameretta, nel 2000 (per la maggior parte sicuramente anche dopo), con la pioggia in sottofondo. Ad ascoltare i dissidi di un rapper che doveva fare i conti con la fama e con le attenzioni morbose di uno stalker. E continuerà a farlo per tutta la sua carriera. Come in Monster (di anni dopo), dove parlerà di questo demone che lo attanaglia (forse la fama, forse Slim Shady) e dove è ancora accompagnato da Skylar sul palco di Riyad.

E poi parte un terzetto da pelle d’oca: My Name Is, The Real Slim Shady e Without Me. “Guess who’s back? Back again”. Forse non è tornato Shady, “non dobbiamo dirlo a un amico”. Shady non c’è più, è morto a luglio di quest’anno quando è uscito The Death of Slim Shady. Forse Eminem se ne è liberato ed è pronto a tornare in pista più che mai. 

Il Soundstorm Festival 2024 continua. Dopo l’apertura di ieri con Eminem, Linkin Park, Martin Garrix e Black Coffee, stasera sono attesi A$AP Rocky, Muse e Calvin Harris. Domani Camilla Cabello e molti altri.

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