Francesco Guccini presenta “Canzoni da osteria” e la nuova versione di “Bella Ciao”: «Non è nata grazie ai partigiani»
Il cantautore di Modena ha presentato all’Università Statale di Milano il suo nuovo album uscito oggi e ha parlato della canzone che ha dedicato alle proteste in Iran
Francesco Guccini parla di Bella Ciao e delle Canzoni da Osteria e ha ancora voglia di scherzare e di non prendersi troppo sul serio. In un’aula magna super affollata (quella dell’Università Statale di Milano che festeggia 100 anni dalla fondazione) ha presentato il suo nuovo album uscito oggi, Canzoni da osteria, appunto. 14 canzoni popolari rivisitate da lui che escono – solo in formato fisico – oggi, venerdì 10 novembre, per BMG. Un anno dopo Canzoni da intorto, sempre sulla stessa linea, che gli era valso un disco di PLATINO e una targa Tenco per la categoria “Interprete di canzoni”. Un risultato eccellente, due dischi cantati da lui, quando dieci anni fa il cantautore, scrittore e attore aveva dichiarato più volte che non avrebbe più voluto dedicarsi alla musica nella vita.
E subito il maestro di Modena vuole chiarire: «Passo da grande esperto di osterie ma è una favola! Alla fine degli anni 60 andavo principalmente in due o tre osterie, non di più. Una era l’Osteria dei Poeti, chiudeva presto, alle 20, e faceva illudere molti di noi giovani! I poeti veri non c’entravano niente, anche se noi volevamo crederlo. Molti studenti vengono ancora a cercarla ma ormai è chiusa». Anche se Guccini non vuole mitizzare quell’epoca, il suo racconto è carico di affetto e di una nostalgia spontanea. «Un’altra era quella delle Dame. Lì ci trovavamo in tanti studenti, anche greci, di solito ingegneri, e americani, mangiavamo le uova sode a pochi centesimi. Le osterie non erano posti allegri, eravamo noi a renderle tali. E parlavamo tanto di Vietnam. Certo eravamo più di sinistra che di destra. Stavamo tutti insieme e facevamo musica, guadagnavamo pochissimo».
Passo da grande esperto di osterie. In verità ne frequentavo solo due o tre che erano anche tristi
Francesco Guccini e Bella Ciao
Guccini parla poi di Bella Ciao, di cui presenta una nuova versione cantata con il Coro Alpino Orobica, e così torna la canzone a essere protagonista del dibattito, se abbia una valenza politica o meno. «Ho voluto ricantare Bella Ciao perché è tornata ad essere una canzone internazionale, dopo la serie La casa di carta. Non è una canzone dei partigiani ma delle mondine che la cantavano nei campi. E ora è stata scelta anche per le proteste in Iran. L’ho voluta dedicare a loro, alle donne che lottano ed ho anche cambiato una parola. o sostituito “invasore” con “oppressore” perché lì non hanno un invasore ma un oppressore. Nella canzone c’è una frase in farsi».
E poi racconta del testo modificato: «Ho voluto fare una violenza sul testo. Ho cambiato da “invasore” a “oppressore”. In Iran non sono stati invasi».
Guccini, la canzone in ebraico e la guerra tra Hamas e Israele
Canzoni da osteria contiene brani in diverse lingue, oltre al già citato farsi, anche in spagnolo, in inglese e in bolognese e anche una in ebraico. «Ho scelto Hava Nagila ben prima di questa atroce guerra in Israele. Tempo fa mi aveva telefonato un amico israeliano per ricordare di quelle serate all’Osteria delle Dame e così ho ripreso quel brano. Sento parlare di questa guerra insopportabile. Degli amici, dottori di Medici Senza Frontiere, mi dell’occupazione in Palestina. Poi ascolto i talk show in TV dove sembra che si scontrino dei tifosi, dimenticando chi c’è in mezzo: le vittime. Il mio amico Sergio Staino aveva fatto una tavola meravigliosa ispirata alla mia canzone Il vecchio e il bambino. Si vedono i due protagonisti di spalle che camminano di spalle. Con la bandiera israeliana sul vecchio e quella palestinese sul bambino. La speranza di un’amicizia tra i due popoli non può morire. E poi, scusate tanto se mi cito di nuovo ma nella mia Auschwitz già cantavo: “Io chiedo quando sarà che l’uomo potrà imparare /a vivere senza ammazzare e il vento si poserà”».
Francesco Guccini e una riflessione sul Governo italiano
«Sono soddisfatto, molto soddisfatto», ironizza quando Marinella Venegoni de La Stampa gli chiede cosa ne pensi della situazione politica italiana. «Cosa volete che vi dica? Vi ho parlato già del piccolo cambiamento che ho fatto nel mio album a Bella Ciao. L’Italia non è ancora una teocrazia, e questa è una bella soddisfazione. A 83 anni non potranno mettermi in galera, e anche questa è un’altra bella soddisfazione. Dall’altra parte si spera sempre che succeda qualcosa».
Canzoni da osteria track list
- Bella ciao
- Jacinto Chiclana
- Amore dove sei
- Maria la guerza
- El caballo negro
- La tieta
- Il canto dei battipali
- Hava nagila
- The last thing on my mind
- La chacarera del 55 (con Flaco Biondini)
- La maduneina dal Baurgh ‘d San Pir
- Cotton fields
- Sur
- 21 aprile