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Il Grammy rosa non è più una rarità: da Taylor Swift in giù, è un tripudio al femminile

Scorrendo la lista dal premio più ambito (Album of the Year) al Best Audio Book, è davvero un trionfo delle artiste

Autore Tommaso Toma
  • Il5 Febbraio 2024
Il Grammy rosa non è più una rarità: da Taylor Swift in giù, è un tripudio al femminile

Billie Eilish e Dua Lipa ai Grammy Awards 2024. Foto di John Shearer / Getty Images for The Recording Academy

Era nell’aria e la previsione è stata mantenuta. Alla cerimonia dei Grammy Awards 2024 che si è svolta domenica 4 febbraio abbiamo visto tantissime donne ritirare il più ambito premio al mondo per la musica. Intanto noi in Italia ci apprestiamo a celebrare il Festival di Sanremo, la nostra liturgia nazional-popolare lunga cinque giorni, con il sentore che alla fine una donna vincerà. Inutile nascondersi, e neanche dar troppo retta ai bookmaker, ma davvero la sensazione è questa. Poi sul nome della vincitrice fate pure il vostro pronostico.

Le donne ai Grammy Awards 2024

Tutta questa bella enfasi al talento femminile mi fa ricordare una controversa copertina del magazine inglese Q (ora non esiste più ma fu un’istituzione) del maggio del 1994. Venivano ritratte assieme tre artiste che non solo stavano cambiando un certo lessico del loro genere musicale ma anche si stavano trasformando in autentiche popstar: Björk, Tori Amos e PJ Harvey. Fu l’infelice strillo di copertina a provocare uno sdegno nel settore: “Hips, lips, tits and power”. Giustamente.

Ecco, a caldo giusto due considerazioni. La prima è che per fortuna oggi nessun giornalista si permetterebbe una frase così misogina nei confronti di un’artista. L’altra è più squisitamente artistica: le artiste di oggi – prendiamo arbitrariamente Taylor Swift, Billie Eilish e Miley Cyrus, premiate ieri – lasceranno ai posteri dei prodotti che modificheranno per sempre un certo modo di fare e cantare musica? Probabilmente la risposta sarà molto più complessa, perché nell’era dei social sono entrati in gioco altri fattori.

Vittorie in ogni categoria (tranne l’elettronica)

Intanto oltreoceano Taylor Swift ha appena segnato un altro notevole record. È la prima artista a portarsi a casa il quarto Grammy per Album of the Year. Dopo quelli per Fearless1989Folklore, ecco la statuetta più ambita per Midnights. Inoltre Taylor Swift ha approfittato della cerimonia per annunciare che il 19 aprile uscirà il suo nuovo album Tortured Poets Department.

Le vittorie delle donne coprono praticamente tutti i generi musicali. Tranne l’elettronica, dove ha dominato l’inglese Fred Again.. (con la complicità di Skrillex). Ma dal pop (con la stessa Swift, Miley Cyrus, Laufey, SZA con Phoebe Bridgers, Kylie Minogue, ovviamente Billie Eilish) al rock (con il supergruppo “indie” boygenius e i Paramore) è un tripudio rosa. Per non parlare dei premi nella categoria R&B, dominata da puri talenti come Victoria Monét e SZA, o del premio a Karol G per la musica latin.

Anche nell’enclave country/americana c’è un predominio femminile, con la bionda Lainey Wilson (Best Country Album) e Brandy Clark (Best Americana Album). Ieri sera c’è stato anche il grandissimo tributo a una songwriter canadese, la ottuagenaria Joni Mitchell. Lei, oltre a ritirare il suo ennesimo Grammy, ha anche performato con la sua classe (seduta con Brandi Carlile alla chitarra e Allisson Russell al clarinetto) l’immortale Both Sides Now.

Per trovare un “dominio” maschile – a parte l’elettronica – dobbiamo guardare ai premi nell’ambito del rap, con la canzone Scientists & Engineers di Killer Mike feat. André 3000, Future, Eryn Allen Kane. Lo stesso Killer Mike ha ricevuto il premio per il Best Rap Album, mentre Lil Durk per il Best Melodic Rap Album.

Fa piacere anche notare un premio italiano con Riccardo Muti (assieme alla Chicago Symphony Orchestra per il Best Engineered Album). Ma vengono anche definitivamente consacrati i talenti di Jack Antonoff (Producer of the Year) e, nella scrittura di colonne sonore, Ludwig Göransson, ovviamente per Oppenheimer.

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