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Ma quale preludio, The Last Dinner Party sono già un’estasi

Rising Star Brit Award nel 2023, poi la vittoria ai BBC Sound 2024 e ora il primo posto nelle classifiche del Regno Unito con il loro album di debutto “Prelude to Ecstasy”. Il quintetto rock londinese, tutto al femminile, non è più una rivelazione, ma è qui per restare

Autore Samuele Valori
  • Il13 Febbraio 2024
Ma quale preludio, The Last Dinner Party sono già un’estasi

Press photo

Ogni tanto c’è qualcuno che se ne esce con “Tizio o Caio salverà il Rock ‘n’ Roll”. È una tendenza molto diffusa, una tentazione malsana che è alimentata dal preconcetto che esista qualcosa di immanente che, appunto, si chiami “rock”. Come se, a differenza degli altri generi musicali, non avesse un’evoluzione, ma fosse condannato alla perpetua ripetizione di se stesso. Per fortuna, il rock non ha bisogno di essere salvato da nessuno e, anzi, piano piano, con nuove forme e esperimenti che rinnovano temi e stili del passato, sta riconquistando le classifiche. The Last Dinner Party sono solo l’ultimo di numerosi esempi: il loro chiacchieratissimo debutto Prelude to Ecstasy ha raggiunto la prima posizione nella classifica UK.

Predestinate

The Last Dinner Party, quintetto al femminile composto dalla cantante Abigail Morris, dalle due chitarriste Lizzie Mayland ed Emily Roberts, dalla bassista Georgia Davies e dalla tastierista Aurora Nishevci, hanno attirato l’attenzione fin dal loro singolo d’esordio Nothing Matters. Una canzone che nell’ambiente conoscevano tutti da tempo. La band, prima ancora di debuttare a livello discografico, era già famosa nei club per i suoi live coinvolgenti e provocatori. Tanto che nel 2022 il gruppo è stato scelto per aprire il concerto dei Rolling Stones all’Hyde Park di Londra e l’anno dopo ha firmato con una major, Island Records, senza avere alle spalle neppure un disco.

Nothing Matters, ovviamente inserita nell’album d’esordio, è una canzone che parla di sesso con la stessa irriverenza lirica delle Wet Leg, ma con un sound che denota influenze differenti. C’è un assolo di chittarra, ci sono i synth, ma anche dei tocchi di mandolino. Il tutto cucito da James Ford, produttore britannico legato ad Arctic Monkeys, Blur e molti altri – insomma uno che non ha bisogno di presentazioni – che ha scelto di seguire la band fin dagli inizi. Questo primo singolo è solo un preludio – per rimanere in tema – e basta ascoltare l’intro dell’album Prelude to Ecstasy, una strumentale omonima di archi e fiati, per comprendere che le Last Dinner Party sono molto di più.

Art-rock e perversione medievale

Per comprendere The Last Dinner Party bisogna risalire alle loro radici ed entrare nella piccola fucina musicale britannica del Windmill di Brixton. Per gli amanti della nuova ondata post-brexit inglese è La Mecca: se un artista proviene da quell’ambiente, allora ricercatezza, sperimentazione e ibridazione di generi sono garantiti. Abigail e le altre componenti, tra il 2019 e il 2020, sono affascinate in particolare da due band: black midi e HMLTD. Due gruppi categorizzabili come at-rock che mescolano musica e immaginari narrativi. The Last Dinner Party hanno ripreso il gusto pop e la fascinazione per il Medioevo dai secondi e, come i black midi, hanno creato un loro universo narrativo dove le improvvisazioni avant-jazz sono sostituite da flauti e mandolino. In Portrait of a Dead Girl le tastiere ricreano persino i loro echi teatrali trasportandoli nello spazio con un finale pischedelico.

Il Medioevo ritorna nella copertina, nei titoli delle canzoni e negli abiti indossati dalle componenti dal vivo. Da un lato è riscoperto come periodo fiorente da un punto di vista artistico. In Burn Alive, per esempio, a proposito di titoli emblematici, Abigail mescola autobiografia e storia per affrontare il lutto della morte di suo padre: «Grief as commodity». Dall’altro lato, il periodo medievale è la metafora ideale per evidenziare le differenze di genere della società attuale. Ecco allora Caesar on a Tv Screen con la protagonista che si lascia andare dopo che il compagno è uscito di casa: una ballad a metà strada tra sogno e cavalcata rock che è un inno all’empowerment femminile.

L’aura medievale viene trasmessa anche attraverso la coralità, soprattutto in Gjuha cantata in albanese della tastierista che omaggia le sue origini, e in Beautiful Boy. Quest’ultimo brano prende ancora una volta spunto da un episodio reale accaduto a un amico di Abigail Morris. Il tema è la differente percezione della bellezza negli uomini e nelle donne: per i primi è un privilegio, per le seconde spesso si trasforma in un pericolo.

La narrazione atipica del genere femminile

Negli ultimi anni, molte delle band rock si sono fatte carico dei temi legati al femminismo e alla mascolinità tossica. Talvolta in modo più diretto come gli IDLES, altre in modo più sottile, come le boygenius che ne parlano raccontando la loro amicizia e le loro fragilità. Le Last Dinner Party uniscono entrambe queste tendenze. The Feminine Urge, uno dei pezzi dove gli stilemi british dell’architettura di James Ford emergono maggiormente, per esempio, sfrutta i miti di Dafne e di Atlante per cantare il ciclo di sofferenze e marginalizzazione che coinvolge il genere femminile. A partire dal parto, con cui il fardello viene trasferito di madre in figlia.

I could never give the curse to her
I, I could never live with the guilt of lying
That people are kind

Sono sempre delle immagini epiche il punto di partenza, come avviene in uno dei loro brani migliori: On Your Side. Per la prima volta, viene rotta la barriera che separa la band dall’ascoltatore grazie a un ritornello struggente e una coda elettronica improvvisata da Ford. Nella narrazione della relazione tossica vengono inseriti riferimenti vampireschi e religiosi (viene citato il monte degli ulivi). Motivi che tornano anche in My Lady of Mercy. Il brano descrive l’attrazione fisica e mentale di una giovane ragazza per Giovanna D’Arco, mentre osserva un quadro che la ritrae. L’omosessualità e l’amore queer vengono trattati con il linguaggio crudo della religione. Tutto legato alla perfezione con uno dei ritornelli più hard rock.

The Last Dinner Party, Prelude To Ecstasy è la liberazione di cui abbiamo bisogno

In Prelude to Ecstasy le Last Dinner Party operano su due fronti: il sacro che si fa profano e il profano che diventa sacro. Sinner è il manifesto di questa tendenza, con la “santificazione” del sesso. Da peccato ereditato dall’educazione cattolica, si trasforma in atto liberatorio e di autodeterminazione. Il ritmo è irresistibile, così come il doppio senso geniale del verso «Pray for me on your knees». La chitarra elettrica è protagonista insieme alle tastiere che evocano scenari alternativi che sfiorano il mondo di Bowie.  

The Last Dinner Party sono un incrocio creativo tra la nuova wave britannica, la psichedelia dei Pink Floyd, i colori degli ABBA e dei Roxy Music e l’epicità eterea di band come Florence and the Machine e Warpaint. Inoltre, c’è anche una grande abilità nella scrittura che dà vita a strofe in apparenza semplici, ma potentissime. Come quando Abigail Morris canta «Oh, anyone could kill me / And I’d never ever let it be you» rivolgendosi al proprio amante.

Siamo solo a febbraio, ma Prelude To Ecstasy si candida a essere uno degli album simbolo del 2024. E non perché ha salvato il rock, ma perché ne rappresenta una sfumatura inedita. Per l’odore di incenso che emana e per il sapore agrodolce che lascia ad ogni ascolto, simile a quello dei frutti di bosco.

Ascolta Prelude to Ecstasy

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