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LIBERATO in piazza Plebiscito è una messa house-reggaeton-jungle-neomelodica nella sua Napoli

Il cantante mascherato è in concerto nella sua città per tre attese date. Il report della prima è di Gianni Valentino, giornalista che gli ha dedicato un libro

Autore Billboard IT
  • Il18 Settembre 2023
LIBERATO in piazza Plebiscito è una messa house-reggaeton-jungle-neomelodica nella sua Napoli

LIBERATO, in piazza Plebiscito a Napoli il 16 settembre. Qui con Calcutta. Foto di Giuseppe Maffia

LIBERATO in piazza del Plebiscito a Napoli, sabato sera. Le femmine, non tutte, entrano in piazza Plebiscito a Napoli tenendo fra le dita una rosa rossa. I maschi, non tutti, entrano indossando una maglia del Napoli con il numero 10 di Diego Maradona. Mentre gli artisti supporter prescelti per il cantante incappucciato, tra cui anche Calcutta, intrattengono l’attesa per lo show che inizia alle 21.45 in punto (stasera l’ultimo dei tre live consecutivi di fronte al Palazzo Reale che ha ospitato i ciak dei videoclip Partenope e Nun ce penzà) la folla si fotografa, scambia tattoo lavabili, prova le t-shirt e gioca a carte sui sampietrini.

Domani invece LIBERATO si esibirà in carcere per i detenuti di Poggioreale (Gennaro Nocerino, domani è il tuo onomastico: tanti sinceri auguri, quando canterai per i detenuti del carcere. Là, nelle celle, il fatto è più serio).

I Thru Collected stavolta sono meno coinvolgenti, schierati sul megapalco con i microfoni e senza strumenti, ma con le basi. C’è sicuro più verve coi DJ di Napoli Segreta, in consolle fra le perle dimenticate/resuscitate del catalogo napoletano disco-funk ‘70-‘80. Piazza Plebiscito esplode del light design e delle installazioni plasmate da Martino Cerati e Quiet Ensemble, con la supervisione di Filippo Rossi, che adornano un palco 50×25 con 300 metri quadri di schermi e una decina di fonti sparafuoco.

È questo l’altare pagano per la messa house-reggaeton-urban-jungle-neomelodico-folk di LIBERATO. Chi scrive, ha visto più show dell’artista mascherato e va detto che in fin dei conti l’effetto è una sorta di replay. I ritornelli sono frastagliati da bestemmie e parolacce divertite della popstar, i fan incassano allegri e ricambiano.

Lui incastra ’O surdato ‘nnammurato, House Music di Eddie Amador e il trash Ginza reggaeton di Sharon con le sue matrici. Ovvero Guagliò, Gaiola portafortuna, Anna, We Come from Napoli, Tu t’e scurdat’ ‘e me, fino a rendere lo spazio un immenso karaoke.

LIBERATO in piazza Plebiscito: arriva anche Calcutta

Il quartetto sul palco celebra la genesi di tutto in Nove maggio, e in quell’istante appare Calcutta al secondo microfono (anche ieri sera e probabilmente stasera). “Edoà si’ tropp’ bell’”, lo saluta festoso LIBERATO, che alla piazza invece esclama un’altra dedica: “Napoli, comm’ cazz’ si’ bella”.

L’eccezione, in cui il musicista napoletano davvero osa, è il pre-finale del concerto, quando accoglie in scena dieci ballerini diretti da Marianna Moccia del collettivo FUNA – Valeria Nappi, Ginevra Cecere, Imma Noemi Sacco, Elena Cocci, Carolina Aterrano, Maria Avolio, Giosy Illiano, Flavio Ferruzzi, Matteo Lante e Luigi Rota Russo – che esprimono in maniera disinibita acrobazie parkour/breakdance nel trittico forsennato “Partenope”/”Nunn’ ‘a voglio ‘ncuntrà” / “Cicerenella” (cover del must tradizionale). LIBERATO: osa.

Articolo scritto da Gianni Valentino

giornalista, scrittore, cantante performer, autore del volume, Io non sono LIberato

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