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Il Marrageddon di Milano è stato davvero il primo festival rap in Italia

I rapper più importanti della scena a Milano per lo show di Marracash (oltre che a Napoli settimana prossima). L’arrivo di Tedua, l’annuncio di Salmo e Noyz Narcos, il corpo di ballo e i fuochi d’artificio, gli ospiti: tutto quello che è successo ieri

Autore Billboard IT
  • Il24 Settembre 2023
Il Marrageddon di Milano è stato davvero il primo festival rap in Italia

Marracash al Marrageddon di Milano, 23 settembre 2023, foto di Andrea Bianchera

Marrageddon, data di Milano, anno 2023. “Sabato 23 aperti solo la mattina”. Questa è la scritta a pennarello nero che campeggia sulla vetrina di un tabaccaio di Milano. Al centro, la copertina di Persona. Da questo si intuisce una cosa ben precisa. Milano è una repubblica fondata sul derby e su Marracash che ieri, sabato 23 settembre, ha radunato all’Ippodromo La Maura di Milano 84mila persone per il suo Marrageddon. Ma non è solo Milano (e nemmeno solo Napoli: annunciato ieri il sold out di sabato 30 settembre). Lo spettacolo che è andato in scena ieri ha rappresentato il primo vero festival urban-rap che si sia svolto in Italia. C’era anche il fango abbondante per aggiungere una nota Glastonbury.

Al Marrageddon Milano i rapper più importanti della scena

Accantonate le invidie e i possibili dissapori, ieri sera alla data di Milano del Marrageddon di Marracash si sono alcuni dei pesi massimi della scena rap italiana (e gli altri saliranno sul palco ad Agnano). Paky, Shiva, Fabri Fibra, Salmo, Guè (per Santeria). Anche Tedua si è aggiunto in scaletta all’ultimo prima dell’esibizione di Fabri Fibra (e anche Ensi e Nerone). Il palco era – come preannunciato – monumentale e l’acustica era davvero buona. Anche il corpo di ballo per l’esibizione di Marracash (à la Kendrick Lamar e Rosalìa) dava l’ulteriore gusto internazionale che cascava a pennello.

Un nuovo anno zero per il rap italiano

E se l’hip hop quest’anno ha compiuto 50 anni, il King del rap ha voluto festeggiarli a modo suo. Con una serata colossale che segna una sorta di nuovo anno zero nel rap italiano. Il Marrageddon, infatti, non è importante solo per Marracash. È una vittoria di tutta la scena, che da radunare manciate di appassionati della doppia H nei centri sociali ora è in grado di riempire location da capogiro. Started from the bottom now we’re here, direbbe Drake. Partito da zero cash, la mia è una scalata da vero re, direbbe il nostro.

E chi poteva farlo se non Marra, collante e ponte generazionale sia per il suo pubblico (che è davvero variegato, lo si vede a colpo d’occhio e lo si capisce perfettamente quando Fibra, prima di spruzzare un po’ di Rap in vena, chiede quanti siano qui dal 2004) sia per gli artisti che ha scelto di riunire sul palco come un perfetto direttore artistico. Ed è anche qui che si misura la grandezza di Marracash. Al suo Marrageddon avrebbe potuto scegliere di giocare a carte scoperte chiamando con sé solo i big della scena. Certo della resa magistrale dello show.

E invece ha deciso di scommettere. E, come tutti i grandi maestri fanno, di offrire l’occasione della vita (o almeno per il momento). Un’occasione che Kid Yugi (e con lui sul palco Tony Boy e Nerissima Serpe), MILES, Anna (accompagnata da Artie 5ive), Shiva e Paky si sono presi non sottovalutando l’importanza di un palco del genere. Seppur con un’emozione assolutamente comprensibile e con la consapevolezza che la strada per arrivare all’Olimpo è ancora lunga.

Ma il carico di responsabilità era decisamente alto. Del resto non capita tutti i giorni di preparare il terreno per l’arrivo del king in un posto così. E servivano anche due spalle larghe e allenate da anni e anni di rime sputate sul beat per portarlo. E quali se non quelle di Ensi e Nerone, saliti a sorpresa sul palco del Marrrageddon con il loro Brava Gente?

Se la miccia è ormai gettata, serve solo che divampi il fuoco. E a scatenare l’inferno ci pensano prima Fabri Fibra. Il rapper è granitico nel suo status di pioniere di questa roba e di primo anello di congiunzione tra l’underground e il mainstream. Fa un set a metà tra il presente e la storia tra hit come Applausi per Fibra, Bugiardo e le più recenti Fenomeno e Cocaine. E poi, dopo Fabri Fibra, arriva Salmo.

Salmo sale sul palco ed è sempre show. Guantini rossi in latex (per l’incidente alla mano di questa estate? Poi li toglierà e da lontano non si vede niente), sceglie un set particolarmente incisivo e ballabile. È insieme al suo DJ producer Damianito, con visual di altissimo livello. Sfora il tempo: 20 minuti, dicono. Lui è il primo della giornata a fermare il live perché una vede una ragazza che sta male tra il pubblico. È da un po’ di mesi che gli artisti hanno iniziato a bloccare i concerti per avvisare la sicurezza nel momento preciso in cui è necessario (prima non veniva assolutamente fatto). Lo faranno anche Marracash e Guè durante lo show di Santeria.

In arrivo un joint album di Salmo e Noyz Narcos

Dopo l’iconica Mic Check che vede l’arrivo inatteso anche di Noyz Narcos, i due duettano su un pezzo inedito che parte con un sample dei Prodigy. Il probabile titolo è Respira. Ma soprattutto è l’attesa prova tangibile della collaborazione in atto tra i due di cui si parla ormai da tempo. Infatti è in arrivo un joint album tra Salmo e Noyz.

Salmo Termina con un mash-up tra Mammastomale (di Gemitaiz e Izi dal Machete Mixtape 4) e Lunedì. Salmo rappa anche senza alcun beat ad accompagnarlo, dimostrando sempre una bravura da fuoriclasse. E ci lascia con l’iconica barra: “La gente come me morirà da sola”.

Il Marrageddon è stato il primo festival urban dal sapore internazionale

Ma il momento più atteso del Marrageddon a Milano, quello in cui l’adrenalina è a livelli stellari, è senza dubbio l’ingresso trionfale del padrone di casa. Fuochi d’artificio, pezzi-cult del passato (basti dire che lo show di Marra è partito con Badabum Cha Cha. Continuando poi con brani come Popolare, Rapper/Criminale, Bastavano le briciole – che Marra dedica a tutti i figli di seconda generazione dopo un toccante discorso di Baby Gang proiettato sui megaschermi – Sabbie mobili, Didinò. Solo per citarne alcuni) e gli ospiti che hanno duettato con Marracash che hanno fatto il resto. Mahmood si è cimentato da solo in un’ottima versione di Io e ha chiuso Crazy Love con Marra. Poi Blanco (sembrava comprensibilmente spaventato) in Nemesi e Madame per L’anima, che invece è parsa dominare perfettamente la scena e sarà sul palco a Napoli. Proprio come Lazza che è salito a sorpresa, con Paky, per Sport.

Rispetta i campioni

L’ospite d’onore, però, era lui. “Tonight we’ll make the history”, aveva scritto in un post Guè nel pomeriggio con una foto di lui e Marracash giovanissimi. E così è stato. “Non ce la faccio, troppi ricordi” sono le parole giuste per descrivere il set di Marra e Guè. Che a bordo di veri Scooteroni e avvolti in camicie dalle fantasie tropicali, in pieno stile Santeria, portano sul palco del Marrageddon di Milano uno dei progetti più brillanti della storia del rap italiano che tutti cantano parola per parola. Ed è bellissimo. E ancora Brivido, S.e.n.i.c.a.r., Qualcosa in cui credere. Negli anni di soddisfazioni questi due – uniti da un’amicizia sincera che non mancano di celebrare (facendoci scendere anche una lacrimuccia) – ce ne hanno date un bel po’, il tutto condito da un sacco di Love.

E dopo la storia del rap, al Marrageddon è il momento di quella di Marracash. Quella del suo presente e del suo futuro, spaziando da Persona a Noi, Loro Gli Altri. Prima di sparare le sue 64 Barre di Paura, Marracash chiude lo show più importante della sua vita proprio con il brano che nasce “da un periodo di grande sofferenza”, Crudelia. Qualcuno direbbe paradossale, ma nel grande disegno di Marra nulla è mai lasciato al caso, e la scelta ha tutto il sapore di una catarsi. In coda al brano, il king ringrazia più volte il suo pubblico, la sua famiglia e tutti coloro che hanno permesso tutto questo. Il rap italiano doveva già molto a quest’uomo partito dalle popolari di Barona e atterrato nell’Olimpo. Ma dopo ieri sera ha da riconoscergli una cosa ancora più importante. Ovvero l’inizio straordinario di un primo, nuovo capitolo della sua storia.

Articolo di Silvia Danielli e Greta Valicenti

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