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Party Like a Deejay 2023, ecco la lineup dell’evento a Milano il 10 e 11 giugno

Da Annalisa a Tananai, da Lazza ad Ariete, l’evento di Radio Deejay al Parco Sempione vedrà uno show con i protagonisti delle classifiche italiane. Abbiamo intervistato Linus

Autore Federico Durante
  • Il24 Maggio 2023
Party Like a Deejay 2023, ecco la lineup dell’evento a Milano il 10 e 11 giugno

Linus sul palco di Party Like a Deejay (fonte: ufficio stampa)

Due giornate all’insegna dello sport, della musica e – ovviamente – della radio. Il 10 e 11 giugno torna al Parco Sempione di Milano Party Like a Deejay, il weekend-evento targato Radio Deejay.

Da Annalisa a Tananai, da Lazza ad Ariete, Party Like a Deejay vedrà uno show con i protagonisti delle classifiche italiane. Complice la finale di Champions League, i live saranno concentrati nella serata di domenica 11 giugno. Nel pomeriggio di sabato, invece, ci saranno i DJ set di Mace, Zef & Marz, Bassi Maestro.

Tante le attività sportive e ludiche previste, da sessioni di yoga e fitness al basket. Saranno presenti una Food Court e un’area con giochi di società per adulti e bambini. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito ufficiale dell’evento.

Abbiamo incontrato Linus per farci raccontare Party Like a Deejay 2023.

La lineup di Party Like a Deejay 2023

Qui di seguito gli artisti che si esibiranno nella serata di domenica 11 giugno:

  • Annalisa
  • Ariete
  • Articolo 31
  • Blanco
  • Boro Boro
  • Bresh
  • Clara
  • Coma Cose
  • Elodie
  • Fedez
  • Francesca Michielin
  • Gaia
  • Gianmaria
  • Lazza
  • Madame
  • Mr.Rain
  • Oriana Sabatini
  • Paola & Chiara
  • Pinguini Tattici Nucleari
  • Rhove
  • Rondodasosa
  • Rosa Chemical
  • Sangiovanni
  • Tananai
  • Tommaso Paradiso
  • Wayne

L’intervista a Linus

Nei vostri eventi c’è sempre uno stretto connubio fra musica e sport: perché sono due elementi che vanno così bene insieme?

Hanno in comune il fatto che sono due elementi presenti nella vita di tutti. La musica è nella testa di ogni persona. Lo sport una volta era più riservato a chi lo praticava e a chi lo tifava, oggi è una cosa molto più larga. E quindi è un altro modo per avere interessi in comune, al di là del fatto che io sia un appassionato.

Il feedback che riceviamo è che questa cosa non si ferma al nostro gusto ma colpisce anche il gusto di chi ci segue. Noi a ottobre avremo 40mila persone con la stessa maglietta, quella della Deejay Ten. Quella è un’enorme gratificazione. Poi qui nel parco faremo anche cose meno “spettacolari”, fra basket e biliardini.

Avete pensato alla possibilità di spostare l’evento per evitare la coincidenza con la finale di Champions League?

Ci abbiamo pensato, ma spostare la data era molto difficile. Quando ci siamo resi conto di questo, non era ancora garantito che le squadre italiane arrivassero alle fasi finali, era una remota possibilità. Più passavano le settimane, però, più diventava difficile spostare l’evento. Così abbiamo deciso di conviverci. Ma da una cosa negativa può nascere qualcosa di positivo. Il fatto di fare i live di domenica è a sua volta una cosa “diversa”.

La lineup è impressionante, un vero e proprio festival.

E abbiamo dovuto anche contingentarla. L’anno scorso mettemmo troppa carne al fuoco. Io non voglio fare il Festivalbar. Voglio fare qualcosa che abbia la musica ma anche il nostro calore e il nostro segno distintivo.

Qual è la filosofia di direzione artistica di un evento come questo?

Quelli che vengono qui a suonare devono essere “parenti”, appartenere alla nostra programmazione musicale abituale. Abbiamo privilegiato quelli con cui fisicamente abbiamo un rapporto di amicizia, anche stretto. E poi abbiamo cercato di costruire una scaletta in cui il cantante fa non un pezzo solo ma un piccolo set di tre o quattro pezzi e poi il DJ set di uno di noi che “personalizza” la serata.

Adesso che i cantanti giovani sono tantissimi, è diventato quasi più facile organizzare una serata musicale. Ma noi abbiamo bisogno di organizzarne una che sia diversa dalle altre.

I vostri party si sono sempre evoluti quantitativamente e qualitativamente. Quale può essere il prossimo salto?

Ho un paio di grandi afflizioni ricorrenti: la festa e la canzone di Natale, che noi realizziamo ogni anno. Che comunque è difficile: vuol dire cucinare lo stesso piatto, con gli stessi ingredienti, ma in forma diversa. Ma quello si farà: stiamo già pensando alla canzone di Natale di quest’anno. Cosa fare l’anno prossimo è una bella sfida. Ci sto pensando tanto e non so bene che faremo, ma comunque vada questa edizione, sicuramente faremo una cosa nuova. Per non diventare prevedibili: abbiamo il dovere di essere diversi.

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