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Pinguini Tattici Nucleari: per fare San Siro non bisogna essere cool, basta essere bravi

Il tour negli stadi della band bergamasca è approdato nel “tempio” del calcio (e della grande musica). Un punto d’arrivo che li consacra a tutti gli effetti come protagonisti del mainstream. A modo loro

Autore Federico Durante
  • Il12 Luglio 2023
Pinguini Tattici Nucleari: per fare San Siro non bisogna essere cool, basta essere bravi

I Pinguini Tattici Nucleari dal vivo a San Siro l'11 luglio 2023 (foto di Francesco Prandoni)

Ieri sera a Milano si è realizzato un piccolo miracolo della musica italiana. Un gruppo di sei ragazzi di provincia, dall’aspetto assolutamente ordinario (se non un pochino nerd), che ancora crede nel valore dell’essere band e negli arrangiamenti ben suonati, che ha sempre rivendicato il proprio essere fuori moda, dei Ringo Starr “fuori dall’hype”, ebbene quel gruppo, i Pinguini Tattici Nucleari, è arrivato su fino al “tempio” del grande calcio e della grande musica: San Siro. Facendo sold out. Due volte.

Martedì 11 luglio si è svolta la prima di ben due date della band bergamasca allo Stadio Meazza. Si replica stasera, di nuovo con un tutto esaurito. Facciamo parlare un po’ i numeri. Il tour negli stadi dei Pinguini Tattici Nucleari prevede undici date, di cui sei già sold out. Oltre mezzo milione di biglietti venduti ad oggi, di cui 120mila nelle due date a San Siro.

La normalità come vessillo

È il punto culminante di una parabola di successo mainstream cominciata – se dobbiamo fissare un punto di inizio – con il travolgente, inaspettato successo di Ringo Starr a Sanremo 2020 (dove arrivarono terzi). Da lì in poi, un successo dopo l’altro, senza sbagliare mai un colpo ma senza neanche snaturarsi mai.

«Adesso si spinge tanto l’individualismo», ha detto il frontman Riccardo Zanotti in un incontro con la stampa prima del concerto. «Pensiamo alla trap, a canzoni che inneggiano a certe cose. A noi non è che dispiacciano, ma non le viviamo nella quotidianità (e pensiamo che nemmeno chi le canta poi le viva davvero). Quella cosa il pubblico la nota. Sarebbe anche divertente aggiungere delle “sboronaggini”, ma non ci appartengono. Il pubblico vuole qualcuno che gli dica: “Sono come te”».

Ha continuato: «Noi abbiamo in più la grandissima fortuna di essere nati bruttini, non fighi, in un background normale. Ecco, la normalità è portata a vessillo, e la gente lo percepisce».

L’arrivo a San Siro

«La cosa assurda è che tutta una parte di carriera la passi fingendo che il luogo in cui stai suonando sia più grande di quello che è. Lo switch è quando pensi: “Cavolo, è troppo grande. Deve sembrare più piccolo, per avvicinare la gente…”», scherza Zanotti in conferenza stampa. Ma fino a un certo punto.

Non c’è dubbio che quella di San Siro sia una prima volta fondamentale, e che naturalmente incuta un certo timore reverenziale. «Ci sono due modi di concepire una cosa come la notizia del nostro concerto a San Siro», dice Riccardo. «Tu arrivi e pensi che la tradizione ti schiacci. Pensi: “Ma reggo il confronto?”. Oppure puoi pensare che il macigno stia sotto, come la definizione duecentesca dei “nani sulle spalle dei giganti”. Entriamo in questo tempio non tanto come da statue da venerare ma da visitatori».

Il tastierista (nonché autentico “mattatore” dello spettacolo) Elio Biffi aggiunge: «Sin dall’inizio abbiamo messo tanta cura nella qualità tecnica del nostro lavoro, sia nell’esecuzione che nella produzione. Anche questa nel panorama musicale contemporaneo è un po’ fuori moda, e invece premia».

Pinguini Tattici Nucleari, la band dove tutti sono protagonisti

Una delle caratteristiche uniche dei Pinguini Tattici Nucleari è il loro modello di band, basato non su un dualismo fra cantante carismatico e musicisti di accompagnamento bensì su una sorta di orizzontalità dei ruoli.

Zanotti stesso (pur rimanendo il volto più in vista, oltre che l’autore dei brani) è il primo a rendersi conto dei rischi insiti nel “divismo” di certi frontmen. I Pinguini Tattici Nucleari sono, in un certo senso, una band di sei frontmen – chi più, chi meno, senza forzature, a seconda della personalità di ciascuno.

«Le idee sceniche sono spesso legate ai singoli talenti di ognuno di noi», spiega Biffi, che nel live appunto dà libero sfogo al suo estro esuberante, anche più dello stesso Zanotti. «C’è un brano che canta Simone come solista, io ne canto uno a mia volta… Lo spettacolo non è statico. Non è fatto per essere contemplato ma per essere vissuto, per essere pieno di sorprese per il nostro pubblico».

Nominiamoli allora, questi protagonisti: oltre ai già citati Zanotti e Biffi, i Pinguini sono anche Lorenzo Pasini (chitarrista, anche solista), Nicola Buttafuoco (chitarrista perlopiù ritmico), Simone Pagani (bassista, forse il più riservato dei sei), Matteo Locati (batterista).

Sul loro modo di concepire la band, che è senz’altro parte integrante della ricetta del loro successo, Riccardo spiega: «La riuscita di uno spettacolo è fondata sull’essere morigerati, sul capire quando fare qualcosa e quando fare un passo indietro. Le band con i frontmen sono un po’ destinate a finire. Il modello che funziona è quello in cui ciascuno ha una parte definita e importante. L’idea dell’artista idolo non ci appartiene».

La struttura del concerto

Il live dei Pinguini Tattici Nucleari negli stadi dura circa due ore e un quarto. Tutto è incentrato su di loro: non sono previste sorprese particolari in termini di ospiti speciali. Anche i momenti extra-musicale sono pochi: per esempio quando su Hold On invitano una fan a farsi fare lo stencil per un tatuaggio da un tatuatore professionista oppure un’interprete traduce Ridere nel linguaggio dei segni ballando sul palco con Zanotti.

La scaletta è pensata appositamente per valorizzare tutte le fasi della loro carriera (ormai discretamente lunga), e quindi i diversi pubblici che si sono stratificati nel tempo e che adesso celebrano la band tutti insieme a San Siro.

Spiega Riccardo: «Abbiamo una scaletta rodata, ci sono canzoni prese da tutti gli album. Il nostro pubblico è sfaccettato, e la scaletta del concerto lo rispecchia. L’idea è di avere tanti tipi diversi di pubblico. Non essere esclusivi ma inclusivi».

Infatti la setlist è ben bilanciata, fra brani dei primi album (Verdura, Irene), anche poco noti al grande pubblico (Lake Washington Boulevard) e le grandi hit che li hanno resi dei protagonisti della scena italiana (Giovani Wannabe, La Storia Infinita, Ricordi… continuate voi).

Nel rapporto queste ultime, Zanotti non ha particolari problemi: «Tanti hanno i pezzi ma hanno paura di usarli. E questo è folle», dice. «Devi trovare l’equilibrio fra il fare pezzi che sono significativi per te e pezzi che la gente che ti ascolta vuole sentire».

La scaletta del concerto

  • Zen
  • Giovani Wannabe
  • Tetris
  • Hold On
  • La Storia Infinita
  • Bergamo
  • Hikikomori
  • Coca Zero
  • Nonono
  • Ricordi
  • Lake Washington Boulevard
  • Scatole
  • Giulia
  • Cena di Classe
  • Irene
  • Dentista Croazia
  • Antartide
  • Freddie
  • Medley DJ set: Non Sono Cool / Scooby Doo / L’ultima Volta / Verdura / Melting Pop / Fede
  • Ridere
  • Rubami la Notte

Bis

  • Ringo Starr
  • Scrivile Scemo
  • Pastello Bianco

Le foto dei Pinguini Tattici Nucleari a San Siro

Foto di Francesco Prandoni

Pinguini Tattici Nucleari - San Siro - foto di Francesco Prandoni - 2
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