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Primavera Sound 2023: il paragone Barcellona-Madrid per ora non ha alcun senso

Da una parte l’edizione catalana del Primavera Sound ha più di 20 anni di organizzazione alle spalle, mentre quella nella Capitale è appena nata e ha avuto un inizio decisamente sfortunato. La lineup straordinaria per entrambe

Autore Silvia Danielli
  • Il13 Giugno 2023
Primavera Sound 2023: il paragone Barcellona-Madrid per ora non ha alcun senso

Rosalia, al Primavera Sound di Madrid, foto di Christian Bertrand

Il Primavera Sound, uno dei festival più importanti al mondo, per la prima volta si è tenuto sia a Barcellona, nel weekend del 2 giugno, che a Madrid, il weekend dopo, dal 8 al 10 giugno (contemporaneamente anche a Porto per completezza di informazioni). Quindi sfida come il grande Clàsico del calcio Real Madrid vs Barcelona? Impossibile fare i paragoni. Non che ci fosse nemmeno l’intenzione: il claim del festival era I’ll Be Your Mirror (Sarò il tuo specchio, come il titolo del brano dei Velvet Underground).

Da una parte c’era Barcellona con più di 20 anni di organizzazione alle spalle, dall’altra la neonata versione di Madrid, un po’ sfortunata nella sua partenza. Compensata però da show di livello assoluto. Da un’area concerti di 350mila metri decisamente vivibile e da un clima che poi si è rivelato più che mite, con una brezza leggera quasi perenne ad accompagnare i live sparsi per i 12 palchi.

La partenza sfortunata di Madrid

La prima notizia pre-partenza però era infatti arrivata già mercoledì 7 giugno verso le 19. Mentre i concerti di quel giorno allo Stadio Civitas Metropolitano erano confermati (Pet Shop Boys, Jake Bugg…), tutti i concerti previsti alla Ciudad del Rock ad Arganda del Rey (a 37 km da Madrid) del giorno dopo erano cancellati. Una pioggia del tutto inusuale per la regione aveva devastato l’area costruita per la prima volta per il Rock in Rio nel 2008 e poi completamente riadattata per le esigenze del Primavera. Inutile dire, come è stato fatto da parte di una giornalista di Dublino durante la conferenza stampa finale, che in Irlanda e in Inghilterra piove sempre e i festival si fanno lo stesso. A Madrid il 7 giugno quella pioggia continua non l’avevano praticamente mai vista (non si chiama maltempo infatti), con una coda anche l’8, seppure non per tutto il giorno. E così l’8 si è concluso con lo show inaspettato e dall’energia assolutamente unica dei Blur che hanno voluto a tutti i costi suonare al locale Riviera come nel 1996, come abbiamo raccontato.

Il vantaggio del Primavera Sound Barcellona

Inutile girarci intorno: Barcellona aveva il vantaggio di essere in un’area molto più comoda, al Parc del Forum, vicino al centro e sul mare. Madrid, no: 37 chilometri almeno e, purtroppo, nonostante le tante navette messe a disposizione gratuitamente nei momenti di punta ci si è messo troppo tempo per raggiungere l’area dell’Arganda del Rey. In alcuni casi sfortunati, per code e incidenti, anche 2 ora e mezza dallo Stadio Metropolitano, quello dell’Atletico Madrid da cui partivano le navete. Per questo gli organizzatori, al termine della conferenza, hanno affermato di non essere certi che l’edizione dell’anno prossimo sarà nello stesso luogo. E per questo motivo – ovvero attendere che arrivasse più gente il venerdì sera alle 21 – i Depeche Mode hanno ritardato l’inizio della loro esibizione nonostante fossero pronti all’ora esatta. Ed erano anche belli carichi e concentrati, più di quanto fossero a Barcellona, hanno riferito alcuni.

La centralità di Madrid nel panorama mondiale

«Abbiamo imparato tanto da questa edizione e ancora abbiamo da imparare», ha raccontato Almudena Heredero, direttrice del Primavera Sound Madrid. «La capacità della location è enorme e noi vogliamo crescere col festival». Anche la centralità di Madrid è fondamentale nelle rotte aeree mondiali. Infatti, alla domanda sul perché non sia stato aggiunto magari un altro weekend a Barcellona gli organizzatori hanno spiegato come Madrid possa essere più comoda e strategica da raggiungere anche dal Sud America. Nonostante il Primavera abbia cresciuto dei suoi cloni proprio lì, generalmente a fine novembre (a Santiago, Buenos Aires, San Paolo).

Il Primavera Sound e la presenza del pubblico italiano

Gli italiani quest’anno hanno prediletto di gran lunga la prima versione di Barça: delle 250mila presenze totali il 9,26% era italiano. Una delle comunità straniere decisamente più nutrite. Mentre a Madrid dei quasi 90mila partecipanti, gli italiani erano il 2,84%. Un po’ per giocare sul sicuro, un po’ per il Ponte del 2 giugno e un po’ ovviamente per il mare e la vicinanza al nostro Paese.

Le soddisfazioni generali per la gender equality

Al di là dei proclami di molti, la lineup del Primavera Sound 2023 è stata davvero caratterizzata dalla gender equality, soprattutto nella giornata di sabato. A parte i nostri Måneskin, che ovviamente non hanno più bisogno di dimostrare niente a nessuno, e un altro headliner come Calvin Harris su cui c’è poco da aggiungere, l’ultima sera le donne hanno avuto un ruolo di primissimo piano.

Primavera Sound 2023: il sabato spiccano le donne nella lineup

Ha iniziato Arlo Parks, già da tempo segnalata come interessante scoperta inglese. Ha poi continuato Sevdaliza, l’olandese di origini iraniane, che ha letteralmente dominato la scena con uno spirito don’t give a fuck. Sia quando cantava che quando si metteva dietro la consolle per trasformare la sua platea danzante in un rave. Per non parlare di una fuoriclasse come St. Vincent. Accompagnata da una band di primissimo ordine, ha inanellato una serie di pezzi ancora più rock degli originali.

E poi Kelela, cantautrice e produttrice americana di origine etiope, e Caroline Polachek. Cantante americana di cui tutti parlano talmente bene che verrebbe voglia di criticarla. Invece no: è praticamente impossibile, perché dal vivo ha una capacità di fagocitarsi la scena e un livello di carisma veramente pauroso.

E poi sabato è stata la giornata di Rosalia, per una volta, profetessa in patria. In tantissimi erano lì per lei, fin dalle prime ore del pomeriggio, tanto da rimanere girati di spalle ai live che hanno preceduto quello della cantante catalana, che sarebbe salita non prima delle 2 di notte. Cantante, sperimentatrice, produttrice, ottima danzatrice. Dello show di Rosàlia sentiamo parlare da gruppi di persone disparati anche al mattino della domenica alle 6.30 in aeroporto. È davvero un concerto imperdibile e settimana prossima (venerdì 23 giugno) sarà possibile rivederla anche in Italia, agli I-days Milano Coca Cola.

 Il Primavera Sound potrebbe arrivare in Italia?

«Vorremmo essere d’esempio anche per gli altri festival per questo bilanciamento della lineup», rivendicano con un po’ di sano orgoglio gli organizzatori. Perché puoi considerare tutte le code che vuoi e le cancellazioni dell’ultimo minuto, ma di un festival così in Italia non c’è proprio traccia. Al momento, perché gli organizzatori hanno svelato che potrebbero anche pensarci seriamente in futuro di organizzarlo nel nostro Paese.

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