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“Saltburn” e la poetica nostalgica e disturbante della sua colonna sonora

Se tutti parlano del secondo film di Emerald Fennell non è solo per alcune scene con protagonista Barry Keoghan, ma anche per le canzoni della soundtrack

Autore Billboard IT
  • Il9 Gennaio 2024
“Saltburn” e la poetica nostalgica e disturbante della sua colonna sonora

Vedere un film senza avere a disposizione Shazam, Soundhound o una qualsiasi altra app in grado di identificare un brano musicale è diventato impossibile, c’è chi ha conosciuto gli IDLES con Peaky Blinders e chi non sapeva chi fosse Kate Bush prima di Stranger Things: ecco, se ancora non avete visto Saltburn di Emerald Fennell, sappiate che avrete la stessa tentazione. Su Amazon Prime Video magari è un po’ più semplice, basta attivare lo schermo e, accanto ai nomi degli attori, compaiono i titoli dei brani. Ma noi non vogliamo farvi distrarre troppo e abbiamo deciso di raggruppare alcuni delle canzoni più belle della soundtrack.

Oggi che le piattaforme digitali ci hanno spalancato le porte della musica globale, le principali tendenze musicali spesso vengono dettate da film e serie Tv. Ciò che è accaduto con Running Up That Hill, Saltburn, seppur con portata minore, è riuscito a farlo con Murder on the Dancefloor di Sophie Ellis-Bextor che è tornata nelle chart UK dopo oltre vent’anni dalla sua uscita.

Saltburn e la poetica disturbante a ritmo di musica

Saltburn non regge il passo con lo stupendo debutto Una donna promettente (2020), ma sia chiaro, resta un film d’autore di pregevole fattura. La mano, la scrittura e i colori di Emerald Fennell sono riconoscibili e amplificano una trama che altrimenti rischierebbe di risultare un po’ prevedibile. La giovane regista e sceneggiatrice statunitense è una delle figure più promettenti di Hollywood. I suoi guizzi, tra i neon, i movimenti di camera e i primi piani alimentano una poetica del disturbo. In Una donna promettente il delicato tema della violenza sessuale era stato affrontato in modo geniale e inconsueto. Con Saltburn ci troviamo difronte a un thriller a tinte erotiche che è diventato virale soprattutto per le scene con protagonista Barry Keoghan.

I momenti di Saltburn che rimangono maggiormente impressi dopo la visione sono spesso legati alla musica. Emerald Fennell, anche per questa sua seconda opera, si è affidata ad Anthony Willis. Indimenticabile il suo remix di Toxic di Britney Spears. In questo nuovo film lo stile è un po’ diverso, predominano gli archi, e si addice all’atmosfera oxfordiana e più cupa della storia. La colonna sonora originale, non a caso, è inserita tra le quindici della shortlist dei prossimi Oscar.

Ancora una volta però bisogna tornare al concetto di poetica disturbante perché, uno degli aspetti che più colpisce della musica originale, è il modo in cui riesce a connettersi con le canzoni. Il contrasto generato da tale accostamento riesce a unire il sentimento nostalgico di chi ascolta con quella sensazione di straniamento che certi brani trasmettono. La maggior parte delle canzoni scelte in Saltburn sono dei primi anni Duemila e sono tutte in qualche modo legate all’Inghilterra. Alcune erano già molto famose, altre hanno invece visto un’impennata di stream come la già citata Murder on the Dancefloor.  

Le canzoni della soundtrack

Sophie Ellis-Bextor – Murder on the Dancefloor (2001)

È il brano con cui si conclude il film – con una delle sequenze più spiazzanti – e quello con cui molti inglesi hanno deciso di chiudere il 2023. Murder on the Dancefloor è rientrato dopo oltre 20 anni nella Top 10 UK ed è stata una delle canzoni più ballate a Capodanno in Inghilterra.

Arcade Fire – No Cars Go (2007)

Una delle fisarmoniche più celebri dell’indie rock per uno dei brani più belli della discografia della band di Win Butler. Nel film compare solo in sottofondo, durante una scena ambientata nel pub frequentato dagli studenti dell’università di Oxford.

Cold War Kids – Hang Me Up to Dry (2006)

La canzone della band californiana, contenuta nell’album di debutto Robber & Cowards, è inserita in una delle scene più dolci e struggenti allo stesso tempo del film. Oliver (Barry Keoghan) si trova nella stanza di Felix (Jacob Elordi) e si propone di aiutarlo a metterla in ordine.

Bloc Party – This Modern Love (2005)

Ancora Stati Uniti, ancora primi anni Duemila. This Modern Love è una di quelle canzoni che ha ottenuto maggiore riscontro dopo l’uscita di Saltburn, considerando che non era stato estratto come singolo dalla band. Su Spotify il brano ha superato i 50 milioni di stream ed è tra i più ascoltati dei Bloc Party nell’ultimo mese.

MGMT – Time to Pretend (2009)

Time to Pretend è la definizione di hit nostalgica anni Duemila. Il brano degli MGMT è utilizzato in una delle sequenze ambientate all’esterno della mega villa di Felix. E sì, in uno dei tanti frame in cui Barry Keoghan si spoglia.

Flo Rida (feat. T-Pain) – Low (2008)

Una delle sequenze più divertenti e disturbanti di Saltburn è quella della serata karaoke. Il primo a esibirsi è George, uno dei parenti di Felix, che, un po’ su di giri canta e balla l’iconico brano di Flo Rida presente anche in Step Up 2.

Pet Shop Boys – Rent (1987)

Uno dei pochissimi brani non risalente agli anni Duemila. La sequenza è ancora quella del karaoke. Stavolta il protagonista è un impacciato Oliver (Barry Keoghan), in una delle scene che mettono maggiormente in evidenza la poetica dissacrante di Emerald Fennell.

Babybird – You’re Gorgeous (1996)

Uno dei classici brani che quando leggi il titolo credi di non conoscerlo e poi, appena inizia la riproduzione, scopri di poterlo quasi cantare a memoria. Mentre scorre in sottofondo durante il film, la protagonista è la giovane attrice Alison Oliver nei panni di Venetia mentre prende il sole a bordo piscina.

The Killers – Mr. Brightside (2004)

Una canzone che non ha bisogno di presentazioni e, infatti, nonostante nel film subentri letteralmente per qualche secondo mentre passa nell’autoradio di Felix, chiunque abbia visto Saltburn ricorda la sua presenza.

Tomcraft – Loneliness (2002)

La trance è un genere di musica elettronica non semplice, spesso refrattario alle alte posizioni di classifica. Il DJ tedesco Thomas Brückner però, nel 2003, riuscì a ottenere la vetta in vari paesi del mondo, tra cui anche il Regno Unito.

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