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I 10 momenti salienti dell’intervista di Shakira alla Latin Music Week 2023

La pop star colombiana è stata intervistata da Leila Coos di Billboard US in occasione della settimana dedicata alla musica Latin

Autore Billboard IT
  • Il5 Ottobre 2023
I 10 momenti salienti dell’intervista di Shakira alla Latin Music Week 2023

Shakira alla Billboard Latin Music Week 2023. Foto di Christopher Polk

In un’intervista esclusiva alla Billboard Latin Music Week 2023, Shakira ha parlato per la prima volta dal vivo di molti argomenti, sia personali, sia legati alla propria carriera. La pop star ha discusso del suo processo creativo, del fatto che è entrata nella storia come una delle più grandi hitmaker della classifica di Billboard e dei suoi progetti futuri. L’intima discussione con Shakira si è svolta mercoledì scorso al Faena Forum, sede della Latin Music Week 2023, ed è stata moderata da Leila Cobo, chief content officer di Billboard Latin/Español.

I dieci momenti salienti dell’intervista a Shakira alla Latin Music Week 2023

  1. El Jefe con Fuerza Regida
    «Mi è piaciuto molto lavorare con Keityn e Edgar [Barrera]. Mi sono divertita molto , loro sono grandi amici. Volevamo fare una canzone che ritraesse la realtà di molti. Inoltre, avevo il desiderio di sperimentare qualcosa del genere regionale messicano, ma con un tocco di ska. Se ci fate caso, la canzone ha un po’ di questa sensibilità. Potrebbe essere musica balcanica o britannica, e invece è inserita in una cornice regionale messicana».
  2. L’ispirazione
    «Sono molto ispirata in questo periodo, sono proprio in vena di fare nuova musica. Ci sono stati però momenti, in passato, in cui mi hanno dovuto portare con una gru in studio. Mi hanno dovuto trascinare. A volte si litiga con il proprio lavoro, capita a tutti. Ma ora sono in una fase di luna di miele con la musica e con la mia carriera. Sono innamorata di quello che faccio».
  3. La scrittura
    «Scrivere musica per me è una catarsi. Nella composizione, la scrittura ha sempre avuto un ruolo terapeutico. Scrivo di più quando sono nel mio momento peggiore. Quando la vita mi dà un colpo, io da quella negatività imparo molto e mi sento più forte. Non pensavo di avere così tanta energia vitale per superare certe fasi della mia vita. Ho scoperto di essere meno fragile di quanto pensassi. La mia musica è stata il mio principale strumento di sopravvivenza».
  4. Il sostegno dei fan
    «Il pubblico è stato al mio fianco, tenendomi per mano. È così che l’ho percepito: come se mi abbracciasse, mi confortasse, mi motivasse e mi ispirasse. Non mi sono sentita sola, perché ho dei fan che sono con me da sempre, da quando avevo 14 anni. A poco a poco è cresciuto il mio rapporto con loro e la mia esperienza di artista della gente e per la gente».
  5. Il processo creativo
    «Il modo di comporre cambia costantemente. Non è una formula. Molte volte scrivo da sola: idee, persino melodie. Scrivo in aereo, sotto la doccia. Ci sono momenti, invece, in cui amo riunirmi con gli amici, con le persone con cui mi sento a mio agio, perché è un processo molto intimo, quello della composizione».
  6. La fiducia di Shakira nei suoi figli da un punto di vista artistico
    «Milán, [il figlio di Shakira], è stato quello che mi ha fatto conoscere la musica di Bizarrap, quando fai una canzone con lui, diventi famoso in tutto il mondo. Mi aveva già mandato un DM sui che non avevo visto così poi mi ha scritto un messaggio su WhatsApp. Ho detto a Milán: “Guarda chi mi sta messaggiando”, e lui mi ha risposto: “Sì, il Dio argentino”. Milán ha un buon istinto. Li ascolto molto [i miei figli]. Ogni volta che sto per pubblicare qualcosa, dico loro: “Cosa ne pensate di questa canzone?”, per vedere cosa immaginano. Con Te Felicito, per esempio, l’idea del robot nel video era di Sasha, e quella del fuoco di Milán».
  7. Il trasferimento da Barcellona a Miami
    Rimanere a Barcellona significava praticamente essere soli. Non c’è un’industria musicale attiva. «Ogni volta che avevo un’idea, dovevo aspettare che il produttore fosse in Europa e avesse voglia di venire in città. Tutto era molto lento e molte di quelle idee sono cadute nel vuoto. Mi è capitato di non riuscire a realizzare molti dei miei progetti. Credo che per questo motivo fossi anche demotivata. Ora essere qui, vicino a tanti colleghi, produttori, musicisti e amici, è una grande motivazione».
  8. La fiducia
    «Prima soffrivo se si alzava un capello, soffrivo se mi colava l’eyeliner. Oggi non è che mi importi meno delle cose, ma ho una prospettiva migliore. Riesco a dare priorità a ciò che conta davvero per me e mi rendo conto di ciò che non conta così tanto. Mi concentro di più sulla sostanza, anche se ho sempre avuto un occhio di riguardo per i dettagli e ce l’ho ancora. Forse ora lo sono di più. Ma è molto utile avere una squadra che ti capisce e su cui puoi contare. Si tratta di qualcosa che si costruisce con il tempo. I tuoi stessi criteri si costruiscono con il tempo».
  9. Il successo di Shakira negli USA alla fine degli anni ’90
    «Parlavo a malapena l’inglese quando Tommy [Mottola] mi ha dato la spinta e la fiducia per pubblicare Whenever, Wherever. In realtà, sentivo che Objection era la canzone con cui dovevo uscire, perché era la prima che avessi mai scritto in inglese. Lui invece mi ha detto: “No, andiamo con Whenever, Wherever“. È stato allora che mi ha convinto di quale fosse la sua visione».
  10. Il gusto del pubblico e la lingua spagnola
    «Oggi nessuno può più dire al pubblico quali artisti seguire o in quale lingua ascoltare musica. Nessuno. È il popolo che comanda. Non importa l’età, non importa il genere, non importa la condizione, non importa la lingua. Ciò che conta è che un artista si connetta con il suo pubblico, attraverso la musica. Quando ho iniziato con Laundry Service, c’erano molte interferenze e per anni ho dovuto schivare pericoli e convincere. È stato un lavoro duro. Ma tutto questo è cambiato, oggi cantare in spagnolo è la cosa più bella».

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