L’omicidio irrisolto di Tupac Shakur, avvenuto a Las Vegas nel 1996 in un assalto notturno sul viale più famoso della città, ha tormentato le autorità e affascinato l’opinione pubblica per quasi 30 anni. Dando vita a una serie di documentari, serie televisive investigative, libri e teorie su chi abbia ucciso l’allora 25enne. E ora la verità sembra più vicina che mai. Secondo quanto riportato dall’Associated Press, venerdì mattina Duane “Keffe D” Davis è stato arrestato dalla polizia di Las Vegas per la morte di Tupac. L’accusa è di omicidio con arma letale.

Chi è il presunto assassino di Tupac

Il 60enne, presunto membro della gang South Side Compton Crips, era lo zio di Orlando “Baby Lane” Anderson, da tempo considerato il principale sospettato dell’omicidio di Tupac. Anderson è stato picchiato dal rapper e dal suo entourage la notte dell’omicidio. Presumibilmente come ritorsione per il suo ruolo nel furto di una catena della Death Row in un centro commerciale di Los Angeles nel luglio 1996. Anderson, 23 anni, che ha negato il coinvolgimento nell’omicidio di Tupac, è stato ucciso nel 1998 in una sparatoria tra gang e non è mai stato accusato dell’omicidio.

La polizia di Las Vegas ha annunciato a luglio di aver perquisito la casa di Davis a Henderson, in Nevada, in relazione all’indagine sull’omicidio di Tupac Shakur. Anche se all’epoca non ha fornito ulteriori informazioni su ciò che è stato trovato o sul motivo della perquisizione. Nel 2018, in un episodio di BET’s Death Row Chronicles, Davis ha affermato di conoscere il nome dell’assassino del rapper.

Davis ha anche affermato nel suo libro di memorie del 2019, Compton Street Legend, di essere stato nella Cadillac la notte della sparatoria. E si è descritto come l’ultimo testimone vivente dell’incidente. In precedenza non era stato effettuato alcun arresto nell’ambito dell’indagine decennale. Inoltre, il Nevada non ha un termine di prescrizione per perseguire i casi di omicidio.

Le indagini

Il detective in pensione della polizia di Los Angeles, Greg Kading – che ha trascorso anni a indagare sull’omicidio di Tupac Shakur e ha scritto un libro al riguardo – ha intervistato Davis nel 2008 e nel 2009 durante le indagini della polizia di Los Angeles sugli omicidi di Shakur e Smalls. Ha dichiarato all’AP di ritenere che l’indagine sulla morte di Tupac Shakur abbia preso slancio di recente (tanto da essere riaperta qualche tempo fa). Dopo che Davis ha descritto il suo ruolo nel suo libro di memorie.

“Sono questi eventi che hanno dato a Las Vegas le munizioni e la leva per andare avanti”, ha detto Kading all’AP prima dell’arresto di Davis. “Prima delle dichiarazioni pubbliche di Keefe D, i casi non erano perseguibili. Si è messo al centro della cospirazione”, ha detto Kading a proposito di Davis. “Aveva acquistato la pistola. L’aveva data a chi aveva sparato ed era presente nel veicolo quando hanno dato la caccia e individuato sia Tupac che Suge (Knight)”.

All’epoca NBC News aveva riferito che una copia del mandato ottenuto indicava che le autorità stavano esaminando computer e altri dispositivi elettronici. Oltre a registrazioni audio. E che avevano portato via, tra gli altri oggetti, una chiavetta USB Pokeball, un iPhone nero, due iPad e un portatile Toshiba viola.

La morte di Tupac

Shakur è stato ucciso a colpi di pistola all’interno di una BMW nera guidata dal fondatore della Death Row Records, Marion “Suge” Knight, quando è stata fermata a un semaforo rosso vicino alla Strip di Las Vegas la sera di un incontro con Mike Tyson. Una Cadillac bianca si accostò al lato passeggero dell’auto di Tupac e qualcuno all’interno sparò 14 colpi. Colpito quattro volte, Shakur fu trasportato d’urgenza in un ospedale vicino, dove morì una settimana dopo. Il caso irrisolto ha generato una serie di teorie cospirative sull’omicidio. Tra cui l’ipotesi che sia legato all’omicidio, altrettanto irrisolto, di Notorious B.I.G., avvenuto a Los Angeles il 9 marzo 1997, nell’ambito di una rivalità mediatica tra East Coast e West Coast.

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