Natura e good vibes: Q&A con lo “Storm Boy” Xavier Rudd
Xavier Rudd ha da poco compiuto 40 anni tondi e festeggia con la pubblicazione di un nuovo album, “Storm Boy”. Si tratta del nono lavoro in studio in sedici anni di attività discografica
Xavier Rudd è quel tipo di artista che incarna alla perfezione la sua terra d’origine, l’Australia: natura, surf e vibrazioni positive danno forma a un pop acustico fra i più cristallini dall’inizio degli anni Duemila ad oggi, insieme ai testi “impegnati” sui grandi temi del Pianeta (rispetto dell’ambiente, rispetto fra esseri umani). Xavier ha da poco compiuto 40 anni tondi e festeggia con la pubblicazione di un nuovo album, Storm Boy. Si tratta del nono lavoro in studio in sedici anni di attività discografica: una media invidiabile. Già confermati i live in Italia ad ottobre: l’8 a Roma (Atlantico), il 9 a Bologna (Estragon), il 10 a Milano (Alcatraz).
Il primo disco che hai amato alla follia?
Harvest di Neil Young: merito di mio padre, che aveva ottimi gusti musicali. Quel disco è uno dei molti che ascoltavamo. Il motivo per cui mi viene in mente quello è perché ricordo papà cantarlo tutto in macchina (non avevamo l’autoradio) quando andavamo a surfare insieme.
L’artista internazionale più sottovalutato?
Mike Love. Ha moltissimo talento, non solo come cantante ma anche come polistrumentista. È davvero affascinante vederlo dal vivo e direi che è il migliore artista che abbia visto con la loop station.
Tre band o artisti che avresti voluto vedere ma non sei mai riuscito a farlo?
Jimi Hendrix, Natalie Merchant, Midnite. Hendrix è uno degli artisti più incredibilmente talentuosi che ci siano mai stati. I Midnite sono il mio gruppo preferito. È buffo perché siamo stati insieme in cartellone in molti festival ma abbiamo sempre suonato in giorni diversi. Infine ho sempre amato la musica di Natalie Merchant, la sua band è incredibile.
La copertina più bella di sempre?
Vorrei dire quella del mio album Solace, dipinta dal mio amico Myles Maddock. Raffigura un tramonto e il tratto di costa dove abbiamo surfato e passato molte sere a chiacchierare fino a tardi. Mi ricorda bei momenti passati insieme.
Vinile, CD, streaming o download: come ascolti la musica?
Vinile e streaming. Trovo che oggi Spotify sia un ottimo modo per ascoltare musica e scoprirne di nuova. Ho sempre perso o danneggiato i miei CD, quindi per me funziona alla grande! Per il vinile: ho sempre amato le sensazioni che regala.
La città dove hai visto i locali più belli?
Negli anni ’90 la zona di Fitzroy a Melbourne aveva un sacco di bei locali: Punters Club, Bar Open, Avalon Hotel, per citarne alcuni. All’epoca c’erano in giro molti studenti delle scuole di musica jazz. Si esibivano con i loro side project e così diedero vita a una bella scena di jazz fusion con qualche incursione della drum and bass e nell’hip hop.
La colonna sonora più bella di sempre?
Ce ne sono molte. Quella dei Blues Brothers è senz’altro un classico. Un’altra delle mie preferite è quella del Grande Lebowski (che è anche uno dei miei film preferiti). C’è anche un film australiano intitolato Morning of the Earth che è un “surf film” con una bella colonna sonora.
La canzone perfetta da ascoltare il giorno del proprio compleanno?
Mongst I and I dei Midnite. Mi fa sempre star bene e quando le persone la sentono per la prima volta sorridono. È una di quelle canzoni che ti fanno vedere sole e arcobaleni anche nei giorni più cupi.
E per fare l’amore?
Ci sono molti modi in cui gli esseri umani possono fare l’amore. Se ti riferisci a quello che si fa a letto, allora seguo il consiglio del mio amico Bobby Alu: Barry White.
E per sfogare la rabbia?
Non sono il tipo di persona che lo fa con la musica. Ma ho sempre ammirato la passione di Maynard Keenan e la sua capacità di sfogare la rabbia magnificamente tramite la sua musica. Un bell’esempio di questo è Swamp dei Tool.
Q&A Extra
Storm Boy è il tuo nono album in studio in 16 anni di attività. Come nutri la tua creatività?
Ho la fortuna di vivere in una parte del mondo straordinaria. Quando sono a casa passo il tempo in campeggio con i miei cani e la mia famiglia: dormendo sotto le stelle, sedendo intorno al fuoco, surfando. Lo spirito della terra spesso si traduce spontaneamente in canzoni. Quando sono in viaggio trovo una sensazione simile nell’energia delle persone e nelle loro diverse storie e culture. Anche queste cose danno forma alla mia musica.
Girerai il mondo parecchio nei prossimi mesi, portando dal vivo Storm Boy. Qual è la cosa che ti manca di più quando sei in tour?
Il canto degli uccelli dell’Australia, i profumi della mia terra e i sorrisi della mia famiglia. Ogni volta che parto c’è un pezzo di me che non mi segue. Ma amo girare il mondo e condividere lo spirito delle mie parti e la mia cultura con tutte le splendide persone che vengono ai miei concerti.