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TARM e Cor Veleno insieme: «Oggi ci si radicalizza nelle opinioni. Noi siamo per il confronto»

Abbiamo intervistato Davide Toffolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti e Grandi Numeri dei Cor Veleno che domani pubblicano il loro primo album insieme “Meme K Ultra”, esperimento decisamente riuscito. Abbiamo parlato di menefreghismo dei generi e “gente che dà coraggio”, rap romano e umanità

Autore Silvia Danielli
  • Il24 Marzo 2022
TARM e Cor Veleno insieme: «Oggi ci si radicalizza nelle opinioni. Noi siamo per il confronto»

Tre Allegri Ragazzi Morti e Cor Veleno. Foto di Ilaria Magliocchetti Lombi

Non è detto che se apprezzate due gruppi separatamente, questi debbano piacervi se decidono di unire le forze. Ci sono fior fiori di esempi nella storia della musica e sicuramente ognuno ha i suoi. Invece, il matrimonio che hanno deciso di celebrare i Tre Allegri Ragazzi Morti insieme ai Cor Veleno, per l’album che esce domani, venerdì 25 marzo, è decisamente un’unione felice. I primi rocker friulani dall’inossidabile storia e seguito. I secondi rispettati rapper romani che hanno scritto la storia del genere. Meme K Ultra è il titolo – un po’ criptico – di questo primo lavoro.

Pur conoscendosi già, Davide Toffolo (TARM) e Grandi Numeri (Cor Veleno) hanno deciso che avrebbero potuto lavorare insieme nel 2019. Così «abbiamo unito le storie di due gruppi e si sono sentiti come un gruppo di sedicenni. Come un gruppo agli esordi», come ci ha spiegato Toffolo.

Per farcelo raccontare abbiamo incontrato via zoom Toffolo e Grandi Numeri, intenti a cucinare delle patate bollite da mangiare nello studio di GN al Pigneto, a Roma.

La nostra intervista a Davide Toffolo e Grandi Numeri

Qual è la cosa più importante che avete imparato l’uno dall’altro grazie a questo lavoro?

Grandi Numeri: Io pensavo di sapere cucinare la pasta al pesto, invece ho imparato che lui la fa meglio, anzi come la mia mamma! Dunque, ho imparato la bellezza di fare musica senza vincoli e oltre le barriere, con la voglia di superare i filtri. Ho capito che non sono solo, anzi. Ho trovato una persona che ha sperimentato ancora più di me. Alla fine io ho contaminato il rap dei Cor Veleno solo con delle sonorità diverse, Davide invece se ne è proprio sbattuto di qualsiasi cambio improvviso. Quando ha voluto mettere in piedi dei progetti alternativi lo ha fatto e basta.

Davide Toffolo: Ho imparato che i rapper hanno un senso dell’umorismo simile a quello dei Ragazzi Morti.

Tutti i rapper?

Davide Toffolo: Tanti! Sicuramente i Cor Veleno. Quello che voglio dire è: non abbiate paura quando ne incontrate uno! Siamo simili.

Dai, lo sapevi già in realtà.

Davide Toffolo: Sì, lo sapevo. Poi vivendo qui a Roma per un po’ di tempo mi è venuta voglia di approfondire la storia del rap della Capitale che ha una modalità e una storia tutta sua.

Grandi Numeri: Davide è riuscito a conoscere davvero come nasce il rap nei quartieri. Non “quello dei visoni”, come dico io. Sicuramente anche per il lavoro che ha portato avanti sull’opera di Pasolini (a cui ha dedicato una graphic novel, diversi spettacoli, ndr).

Avete lavorato insieme in presenza quindi?

Grandi Numeri: In realtà io ero a Panama. Poi però quando tornavo a Roma cercavamo di incontrarci. A volte in modalità un po’ clandestina durante il lockdown. Abbiamo avuto un approccio un po’ illegale al suono.

Davide Toffolo: Un po’ come questo stesso disco, che forse non si poteva fare. Non si possono prendere le storie di due gruppi, unirle e sentirsi come un gruppo di sedicenni. Io pensavo che fossimo un supergruppo invece ci sentiamo come un gruppo agli esordi.

Uno dei pezzi più riusciti per me è sicuramente A me di Roma piace il rap. Posto che moltissimi rapper romani si stanno trasferendo a Milano, il rap della capitale continua a mantenere un fascino perenne dai Colle Der Fomento, voi, Cor Veleno, e gli Assalti Frontali per arrivare al TruceKlan e alla Lovegang: secondo voi cosa ha davvero di speciale?

Grandi Numeri: A me di Roma piace il rap è un’idea di Davide, che è riuscito a rendere bene l’anima della mia città senza essere romano. È un pezzo riuscito. Ci sono pezzi più dark come la title track e altri più freschi, come questo. Non è l’unico rap che esista in Italia, però è una scena molto particolare e a sé stante.

La forza è di essere interclassista. Io stesso sono cresciuto con persone che venivano da Roma Nord che è più fighetta e da Roma Sud, con writer e breaker. Credo che siamo riusciti a rimanere legati e amici. Anche la Lovegang è molto forte. Milano è una città molto organizzata, Roma si è sviluppata male e ha un pessimo sistema di comunicazione. Ecco, credo che l’hip hop romano sia riuscito a creare dei rapporti e a mettere in connessione delle zone che prima erano sconosciute, come Tor Bella Monaca.

Davide Toffolo: «Ho sempre abituato i fan dei TARM ai cambiamenti forti»

Vedendo anche come gli esperimenti musicali ibridi stiano funzionando, forse la commistione di generi sarà la salvezza della musica?

Grandi Numeri: La staticità è nemica di tutto, quindi provare cose nuove è l’unica cosa che dà linfa e idee originali. Il pensiero statico è folle. Fare un disco con i TARM è stato fondamentale per noi, per andare oltre il rap.

Qualcuno – penso ai fan – si è lamentato di questa unione inconsueta?

Davide Toffolo: Ho sempre abituato i fan dei Ragazzi Morti a cambiamenti molto forti, anche con il disco reggae di qualche anno fa. Anche se c’è stato qualche malumore, reggono bene agli scossoni. Io credo che le persone in questo momento abbiano delle idee molto radicalizzate. Questo è il nostro modo per dire che la visione deve essere complessa. Quando dovevo approcciarmi per costruire la parte melodica e unirla a quella dei Cor Veleno mi è venuto tutto molto naturale.

Per questo è un disco fresco. Poi, non è ancora uscito, quindi vediamo domani!

Avete parlato di crossover d’attacco e non di difesa.

Grandi Numeri: Forse sarà da stimolo per altri artisti che cercheranno di rifare la stessa cosa.

Davide Toffolo: È poi un disco vero, con il concetto più vecchio del termine, che va ascoltato dall’inizio alla fine.

Non era così scontato che raggiungeste il risultato. Quali super-gruppi vi sono piaciuti o al contrario vi hanno deluso? A me, per dirne uno, non sono mai piaciuti gli Audioslave ma amavo i Rage Against The Machine e Chris Cornell. Ho amato i The Good, the Bad & The Queen.

Grandi Numeri: Più che di super-gruppi mi è piaciuto l’approccio di alcuni musicisti. Due su tutti: i Clash e i Beastie Boys. Sono l’apoteosi del menefreghismo musicale.

Davide Toffolo: Mi piace la definizione di menefreghismo musicale! Anche noi ne siamo i portabandiera! Anch’io ho amato The Good, the Bad and The Queen, perché ogni musicista (Damon Albarn, Tony Allen, Paul Simonon, Simon Tong, ndr) ha portato la sua esperienza per costruire un sound nuovo!

Il titolo Meme K Ultra avete spiegato che si riferisce a un programma sperimentale (e illegale) della CIA (M K Ultra) al quale avete aggiunto il termine Meme dicendo che anche al giorno d’oggi hanno messo in campo un sistema per renderci tutti paranoici. Soprattutto con i social…

Grandi Numeri: Diciamo che oggi vediamo un proseguimento di quel sistema ovvero di quel complotto. E non The Great Complotto (movimento musicale nato a Pordenone negli anni ’80, ndr), magari! Ci hanno resi tutti paranoici, nessuno si fida più dell’altro. Ognuno si fissa su opinioni isteriche e radicalizzate e non vuole più confrontarsi con gli altri.

Nel primo singolo La gente libera dite “Frequento solo chi mi dà coraggio”. Chi ve lo dà oggi?

Davide Toffolo: I rapper.

Grandi Numeri: Il fatto di sapere che c’è gente che ha il mio stesso approccio alla musica, che me la fa amare ancora di più.

Davide Toffolo: Si rifà anche a Mai come voi, il primo pezzo scritto dai TARM. Mi capita così: io a volte scrivo delle canzoni ma non le comprendo dall’inizio. Non mi capita quando scrivo fumetti e libri. La gente libera l’ho scritta prima del Covid. Poi mi è capitato di incontrare tante persone che avevano degli atteggiamenti diversi rispetto al vaccino per esempio. Lo hanno fatto oppure no, magari perché avevano paura. Ma la sensazione che ho avuto non è stata di decidere se avessero o meno ragione rispetto a quello che stavano facendo ma di cercare di capire la loro umanità nel momento della scelta.

Quindi siete più voi – o chiunque si approccia in modo non giudicante – ad avere coraggio.

Davide Toffolo: Io sono sempre coraggiosissimo (ride, ndr).

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